Roma - "Sul referendum abbiamo cercato di togliere dal campo tutte le questioni problematiche, hanno detto Renzi ha sbagliato a personalizzare, non ne parlo piu', dico a tutti il referendum non e' sul futuro del Governo, e' sul futuro del Paese. Mi hanno detto apri sulla legge elettorale, mettiamoci a lavorare, questa legge elettorale non piace, cambiamola, discutiamo, cerchiamo di farne una che sia migliore di questa, non accetteremo un cambiamento che peggiori la situazione ma siamo disponibili a discutere, e' un'apertura vera, sincera". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel corso di una intervista del direttore Enzo Magista' su TeleNorba. "Pero' me lo faccia dire - ha aggiunto - il referendum non riguarda la legge elettorale, non riguarda i poteri del premier, non riguarda il governo, questo referendum riguarda la riduzione del numero di quelli che fanno politica,noi non stiamo riducendo la democrazia, stiamo riducendo le poltrone dei politici, stiamo tagliando il numero di quelli che vivono di politica; stiamo riducendo le tensioni tra Regioni e Stato, stiamo eliminando enti inutili come il Cnel e stimao permettendo al Paese di avere un sistema piu' facile, piu' semplice, chi vota si' riduce le poltrone, chi vota no lascia le cose come sono".
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"Il Partito democratico ha deciso di dire si' - ha proseguito Renzi rispondendo alle domande - che poi D'Alema per motivi suoi voglia tornare in campo con le sue idee di bicamerale con Berlusconi e' un film che abbiamo gia' visto,, film che personalmente non mi e' piaciuto." In merito alla legge elettorale Renzi ha detto "non do' questa importanza alla decisione del 4 ottobre (la Corte Costituzione ndr) perche' se accettasse di mantenere la legge com'e' noi siamo pronti a cambiarla se serve, noi abbiamo tolto il tema della legge elettorale dal tavolo dando una reale disponibilita' a cambiarla, pronti a discutere nel merito, perche' la legge elettorale, in uno ,tre o cinque mesi, la cambi, quello che non si puo' cambiare e' la Costituzione o la cambi col referendum o rimane la stessa per 30 anni. Questo referendum ha un quesito a cui dire si' o no".
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Oggi l'ex Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, intervistato dal quotidiano 'La Repubblica' ha spiegato che "con quello che succede nel mondo e quello che ha sulle spalle l'Italia, e' davvero surreale l'infuriare di una guerra sul referendum costituzionale. Credo si comprenda che mettere (alla cieca) a rischio la continuita' e l'azione del governo oggi - continua - esponga il Paese a serie incognite in termini di convulsione politica e istituzionale. La riforma non e' ne' di Renzi ne' di Napolitano, ma e' quella su cui la maggioranza del Parlamento ha trovato l'intesa". Nell'intervista a Repubblica, Napolitano parla di una sua "inquietudine profonda nel vedere cosi' distruttivamente divisa la politica italiana, cosi' poco presente il senso di responsabilita' di fronte a problemi che gravano di molte incognite il futuro del Paese e delle sue giovani generazioni. Non vedo abbastanza respiro, capacita' di elevarsi al di la' di tante dispute estremizzate e di ritrovarsi in alcune grandi esigenze di impegno comune, come quella a cui ci ha richiamato tragicamente il recente terremoto
Secondo Angelino Alfano, "il referendum e' un'occasione di cambiamento per l'Italia. Il Paese da decenni attende meno posti per la politica, meno costi e piu' velocita' per le leggi. Io credo che non bisogna ammantare questo referendum di significati teologici. Siamo di fronte a una proposta di cambiamento molto importante e di ammodernamento delle istituzioni. Dall'altra parte non c'e' un'altra ipotesi di riforma, ma l'idea di lasciare le cose cosi' come stanno. E tra questa idea e provare a cambiare il Paese, deve prevalere quest'ultima strada: e' l'occasione giusta", ha detto il leader Ncd oggi pomeriggio nella Valle dei Templi dove viene siglato il Patto del Sud per la Sicilia.