Brescia - "Ancora una volta la coesione e' decisiva per il nostro Paese, per affrontare i problemi e le difficolta' che si prospettano". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all'evento organizzato al teatro Grande nell'ambito della giornata in ricordo del senatore Mino Martinazzoli, nel quinto anniversario della morte. Il Capo dello Stato ha portato l'esempio del sisma: "In ogni Paese cio' che unisce e' molto piu' importante di cio' che divide - ha aggiunto - Lo abbiamo visto con il terremoto. Abbiamo assistito a tanti episodi di abnegazione e aiuto reciproco, abbiamo visto come l'intera comunita' nazionale si sia sentita partecipe" a quella disgrazia.
"La politica mite non e' affatto una politica debole. Al contrario. E' propria di chi e' convinto della forza e del valori delle proprie opinioni e non pretende di imporle", ha detto ancora Mattarella. E citando un concetto di Martinazzoli, appunto la "mitezza della politica", il Capo dello Stato spiega: "questo e' un atteggiamento che induce alla coesione e invita a trovare ancora una volta le ragioni che ci uniscono prima di quelle che ci dividono".
Intitolare l'aula della Corte di Assise del Palazzo di Giustizia di Brescia a Mino Martinazzoli "e' un modo di ricordare l'impegno e la passione da lui spiegati nella guida del ministero della Giustizia, un impegno che nasceva da una visione lucida e profonda del ruolo della giustizia e dei suoi problemi", ha commentato Mattarella. "Il pensiero - ha aggiunto - va alle sue pagine sulla 'Storia della colonna infame', pagine che aiutano il lettore a rendersi conto che la giustizia va affermata e realizzata nella sostanza delle sue decisioni ma anche negli strumenti con cui viene applicata. Quelle pagine - ha sottolineato - forse sono anche all'origine del suo impegno per la riforma del Codice di procedura penale". Il Capo dello Stato ha poi ricordato tra i tanti impulsi impressi da Martinazzoli: "l'attenzione alla condizione carceraria e il sostengo coerente all'approvazione della legge Gozzini" e anche l'impegno profuso per la realizzazione del maxi-processo di Palermo del 1986 "un evento - ha spiegato Mattarella - che ha fortemente inciso sull'impulso efficace nella lotta contro la mafia con un forte carattere innovativo. Quel processo, voluto con determinazione da Giovanni Falcone, e' stato reso possibile anche e in larga misura per l'impegno dell'allora ministro Martinazzoli ed e' servito ad aprire una pagine nuova nella lotta contro la mafia e a ribadire la prevalenza dello Stato contro il crimine organizzato".
Quindi il presidente della Repubblica ha citato l'attenzione "alla gestione ordinaria del ministero e dell'apparato della giustizia, quella buona amministrazione quotidiana che costituisce tanta parte di uno Stato efficiente".
Martinazzoli, il suo pensiero e il suo modo mite di fare politica sono emersi nitidamente durante l'evento in suo onore. "Il ritratto intenso di Mino Martinazzoli che e' stato fatto - ha detto ancora il presidente - ci hanno ricondotto alla sua esperienza, che abbiamo in tanti seguito e ammirato, del giurista del intellettuale, dell'uomo politico, del ministro del sindaco". Il capo dello Stato ha quindi ringraziato il sindaco di Brescia Emilio a del Bono, per l'invito a trascorrere qui questa giornata, con un itinerario che mi lo ha condotto a rendere omaggio alle vittime della strage di piazza della Loggia. E ha voluto fare un "saluto cordiale a Roberto Maroni, il presidente di questa grande regione, che viene guardata come punto di riferimento per la sua forza economica ma anche per la sua storia e la sua cultura, la bellezza del suo patrimonio artistico". (AGI)