Roma - Per fermare i flussi migratori servono politiche serie e responsabili, a partire dagli aiuti ai Paesi d'origine: nessuno si augura che i flussi aumentino ma e' illusorio pensare che basti un cartello di divieto per impedire ai migranti di arrivare in Italia e in Europa, mentre e' molto piu' utile fermare i flussi in partenza. Sergio Mattarella prende carta e penna e replica con una lettera al direttore di Libero, che aveva accusato il Capo dello Stato di aver "sponsorizzato l'immigrazione sfrenata", facendo notare che nelle sue parole c'erano ben altri concetti.
Il Presidente della Repubblica sottolinea che il contenuto del suo discorso e' diverso dalla sintesi a cui si sono rivolte le critiche: "chi era presente e ha ascoltato il mio intervento si e' reso conto che, oltre alle considerazioni sul rispetto dovuto a chi fugge da guerre, persecuzioni o carestie, ho fatto tre affermazioni: che nessuno puo' augurarsi flussi migratori imponenti. Che le migrazioni possono essere fermate alla partenza e non all'arrivo ponendo cartelli di divieto di ingresso sulle nostre innumerevoli coste. Che per fermare i flussi migratori alla partenza occorre che, in Europa, ci si impegni per un rapido miglioramento delle condizioni di vita nei paesi di provenienza, perche' nessuno lascerebbe la propria terra, affrontando viaggi pericolosi, se potesse vivervi in pace e serenita'". "Per questo - precisa il Capo dello Stato - ho aggiunto che occorre serieta' e senso di responsabilita' e che il benessere nei loro Paesi coincide con il nostro benessere".
"Le mie considerazioni, svolte venerdi' al Meeting di Rimini, sulle migrazioni - peraltro marginali nel mio intervento - hanno ricevuto, come e' normale, consensi e critiche. Le critiche, ovviamente, sono sempre legittime. A parte qualche attacco particolarmente scomposto - nota Mattarella - ve ne sono state alcune, come quelle del suo articolo di ieri, oltre che legittime, rispettabili, anche nell'ironia. Talvolta, per amore delle proprie tesi, si finisce pero' per fornire un'immagine limitata, quindi di necessita' quasi caricaturale, delle posizioni in discussione". (AGI)