Roma - E' scontro al calor bianco tra Roberto Saviano e una frangia del Pd che lo scrittore accusa di non aver preso posizione contro il deputato di Ala, Vincenzo D'Anna, che ieri aveva suggerito di togliergli la scorta. "Il senatore D'Anna, dannoso scherano di Verdini, renziano e cosentiniano insieme, impone a me di rinunciare alla scorta. A me che non vedo l'ora di tornare libero. Cosa debbo pensare: ha forse progetti per il mio futuro?", tuona l'autore di Gomorra.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si affretta a puntualizzare che "la scorta a Saviano non e' in discussione". Ma intanto scoppia il 'caso' D'Anna, ed e' caos tra i verdiniani, che prendono le distanze dal collega di partito, gia' al centro di roventi polemiche nei mesi scorsi a causa di un gesto non galante rivolto in Aula a una senatrice dei 5 Stelle. La polemica travolge anche il Pd, con la sinistra dem che torna all'attacco dei vertici del partito: "c'e' un gigantesco problema politico".
Gia' ieri sera, poche ore dopo le parole pronunciate da D'Anna, diversi verdiniani avevano stigmatizzato le dichiarazioni del collega di partito. Poi oggi e' stato Denis Verdini in persona a chiarire la posizione di Ala e scusarsi con il Pd e con lo scrittore campano.
L'eco delle dichiarazioni di D'Anna su Saviano (definito "icona farlocca anti camorra", al quale andrebbe revocata la scorta) e sulla senatrice dem Rosaria Capacchione (anche lei sotto scorta per minacce di morte) continua tuttavia a surriscaldare il clima: "La lotta alla criminalita' organizzata si conduce senza se e senza ma", chiarisce il verdiniano Luca D'Alessandro. "Non si puo' mai, in nessun caso e neanche in trasmissioni pseudosatiriche, fare battute goliardiche o peggio, offensive, nei confronti di chi si batte contro la camorra", rincara Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario del gruppo Ala al Senato.
Il 'caso' D'Anna irrompe anche nell'Aula del Senato: a meta' mattinata e' il capogruppo dem Luigi Zanda a riferire delle avvenute scuse: "Mi ha fatto piacere sapere dai diretti interessati che il senatore Verdini ha chiamato Rosaria Capacchione e ha chiesto scusa a nome suo e del senatore D'Anna", regalandole un mazzo di orchidee. Scuse che, pero', non bastano a Saviano, che punta il dito contro il Pd: "sarebbe questa la comunicazione del Pd? Sono questi gli alleati di Renzi a Roma e di Valeria Valente a Napoli? Sono queste le nuove risorse campane? Buona fortuna. E Vergogna".
Anche per la sinistra dem le scuse dell'ex braccio destro di Berlusconi non chiudono la vicenda: "francamente non sappiamo cosa farcene. Quelle prese di posizioni sono generate da una cultura che il Pd deve continuare a combattere con decisione e senza ambiguita'. Non vedere il gigantesco problema politico rappresentato dall'alleanza con Ala e da questi episodi, significa tradire i valori fondativi del Pd", mettono in chiaro Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti e Carlo Pegorer.
Insomma, rincara la dose Roberto Speranza, "il Pd non puo' avere a che fare con persone cosi'". A 24 ore di distanza, Vincenzo D'Anna, assieme ai colleghi Pietro Langella e Antonio Milo, torna sulla vicenda, non si scusa e anzi minimizza la portata delle sue parole: "Gli inutili polveroni sollevati in queste ore non ci distoglieranno dal perseguire, con tenacia e determinazione, l'affermazione di Ala e di Valeria Valente a Napoli", scrive in una nota. Per D'Anna, Milo e Langella "tutto il resto e' strumentale e marginale". (AGI)