Roma - Non c'è una emergenza migranti, ma c'è un fenomeno di lunga durata che va gestito con una adeguata programmazione. Federico Gelli presiede da due mesi e mezzo la Commissione parlamentare di inchiesta sui migranti e alla vigilia dell'esame da parte della Camera della relazione annuale in una conversazione con l'Agi spiega obiettivi e criteri del lavoro che lo attende da qui alla fine della legislatura.
"Innanzitutto dobbiamo partire dai dati reali - spiega Gelli - e muovendo da questi dobbiamo calibrare gli interventi". E i dati, che da qualche tempo sono aggiornati in tempo reale attingendo a diverse fonti ufficiali e istituzionali, "ci dicono che non possiamo parlare di una condizione emergenziale. Le dimensioni del fenomeno arrivi sono pressochè identiche a quelle del 2014 e del 2015, per cui le proiezioni ci parlano di un 2016 in linea con il passato. Ovviamente se non ci saranno variazioni fondamentali nel panorama internazionale e se l'accordo Ue-Turchia, chiudendo il corridoio balcanico, reggera' e non deviera' verso di noi i flussi dalla Siria".
Nel 2014 sono giunti in Italia 170.100 migranti, nel 2015 153.42, al 10 maggio i migranti arrivati sono stati 31.250 (con un leggero calo percentuale rispetto allo stesso periodo dei due anni passati. Nei prossimi anni tutto fa supporre che il fenomeno restera' sugli stessi livelli "proseguira' a lungo e va governato senza impostazioni securitarie o buoniste ma con lungimiranza e in una visione non piu' locale ma europea" afferma Gelli. Che fa presente come anche il Migration compact proposto dal governo all'attenzione di Bruxelles "prevede innanzitutto un aiuto nei Paesi di origine, perchè da medicoposso dire che 'è meglio prevenire che curarè. E poi indical'obiettivo del superamento di Dublino 3, con la nascita della figura del richiedente asilo europeo, soppiantando il concetto di asilo solo nel Paese di approdo".
E oltre a questo ci sono diversi passaggi chiave. Innanzitutto un piu' esatto uso dei dati. "Da tempo abbiamo attivo un monitoraggio in tempo reale del fenomeno, in collaborazione con il Viminale e altre istituzioni, lo chiamiamo 'cruscotto': nelle prossime settimane vogliamo che diventi un sito web aperto a istituzioni, media e cittadini perchè siamo convinti che servano giudizi nel merito, mentre non serve lanciare allarmismi anche immotivati". La commissione intende poi avviare un nuovo corso per produrre non una relazione annuale onnicomprensiva ma sette diverse relazioni che si occupano dei sette capitoli di indagine che da marzo il Parlamento le ha affidato. Ai compiti originari se ne sono aggiunti infatti di nuovi e ora la commissione puo' svolgere inchieste su sistema di identificazione dei migranti, sistema dei centri di accoglienza, diritto di asilo, allontanamenti, minori stranieri non accompagnati, sistema di assistenza e profilassi sanitaria, analisi dei risultati delle inchieste sui centri di accoglienza.
Gelli fa notare che in questi mesi sono stati fatti passi avanti nel sistema di accoglienza, controllo e smistamento dei migranti. Sono gia' quattro gli hot spot attivati, sono aumentati i centri di accoglienza per i richiedenti asilo, sta per nascere un centro di accoglienza per minori a Lampedusa ed esistono protocolli di profilassi sanitaria. Ma molto deve ancora essere fatto, a livello nazionale, per migliorare il sistema e farlo diventare tale. Restano da attivare due hot spot, i centri di prima accoglienza hanno dimensioni troppo ampie e sono spesso sovraffollati, i meccanismi di riconoscimento dell'asilo vanno snelliti (su questo sta gia' lavorando il ministero di Giustizia), gli allontanamenti sono ancora scarsi (il 50% dei provvedimenti non si traduce in un concreto esodo degli stranieri), serve la messa a punto di un vero e proprio fascicolo sanitario del migrante. Su tutti questi temi la commissione guidata da Gelli intende mettere dunque a punto "sette relazioni, con dati esatti e proposte al Parlamento e al governo. C'è una costante attenzione mediatica e politica a questo fenomeno e noi vogliamo presentare proposte concrete". "Il fenomeno migratorio è ineludibile - conclude Gelli - e lo strumento per governarlo è una corretta e oculata programmazione in sede nazionale ed europea". (AGI)