Roma - Parte da Firenze la campagna per il sì al referendum sulle riforme. Matteo Renzi sceglie la sua città per dare il via alla volata che porterà al referendum costituzionale sulla riforma del Senato e ancora una volta sceglie parole ultimative: "Siamo a un bivio tra l'Italia che dice sempre sì e l'Italia che dice solo no". E nell'annunciare che lui stesso girerà "come un globe-trotter" ribadisce: "La rottamazione non vale solo quando si voleva noi. Se non riesco vado a casa". Il premier fa capire che bisogna cogliere l'attimo perchè "il Parlamento è uscito dall'incantesimo e le cose sono state fatte". E chiede l'aiuto dei cittadini: "Fino a ottobre serve una gigantesca campagna porta a porta per chiedere se si vuole riportare l'Italia a due anni fa o andare a testa alta verso il futuro" e quindi "i comitati saranno diecimila in tutta Italia". Nel merito Renzi replica "a quelli che dicono che la nostra riforma è contro quello che volevano i Costituenti" dicendo che "stiamo utilizzando proprio un articolo voluto dai padri costituenti: il bicameralismo paritario non è quello che volevano i padri costituenti".
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E dopo il gong, le due squadre si posizionano: la maggioranza di governo plaude alle riforme e al referendum, con qualche voce che chiede solo che non sia un plebiscito personale, e l'opposizione mena fendenti su riforme e governo. "Renzi è un produttore automatico di annunci cui non seguono mai i fatti" taglia corto il capogruppo M5S alla Camera, Michele Dell'Orco. "Parla di un'abolizione del Senato che non esiste - sostiene - visto che i senatori ci saranno ancora e il Senato continuerà a costare i soldi dei contribuenti. La sua credibilità è zero". Forza Italia annuncia con Renato Brunetta una "mobilitazione per dire 'nò a questa 'schiformà e mandare a casa un premier mai eletto dal popolo sovrano". Il capogruppo alla Camera parla di riforma "sbagliata e illiberale, perchè 'limita gli spazi di democrazia senza rendere il sistema né più efficiente nè meno costoso". Ma critica anche "il tentativo di Renzi di usare l'appuntamento con le urne in 'modo improprio per legittimarsi politicamente'". Anche Sel si schiera per il no: "Non c'è un'Italia che dice sempre sì e una che dice sempre no. C'è un'Italia che non vuole l'uomo solo al comando. Un'Italia che dice no per non dire signorsì" afferma il capogruppo alla Camera Arturo Scotto. E' un affondo a tutto campo quello del leader leghista Matteo Salvini: "Renzi pericoloso bugiardo, sta svendendo il lavoro, le aziende, il risparmio, la sicurezza, i confini e il futuro degli italiani". Dal mondo dell'impresa giunge invece l'endorsement di Sergio Marchionne, ad di Fca, che apprezza le riforme fatte, non solo quelle istituzionali: "Siamo a buon punto dobbiamo continuare su questa strada: non vorrei che si fermasse tutto". (AGI)