Roma - Dopo due anni e sei letture da parte dei due rami del Parlamento, oggi la Camera ha dato il via libera definitivo alle riforme costituzionali, con 361 voti favorevoli e solo 7 voti contrari. Le opposizioni, da Movimento 5 Stelle a Forza Italia, Lega e Sinistra italiana, hanno scelto la strada dell'Aventino, abbandonando l'Aula al momento del voto. Votano a favore verdiniani e tosiani, vota la minoranza Pd che però ribadisce tutte le sue "criticità e perplessità". Duo il commento di Maria Elena Boschi: "Dispiace quando le opposizioni lasciano l'Aula, anche perchè noi tutti siamo pagati per fare il nostro lavoro in Aula".
Esulta la maggioranza, esulta il governo, per quella che tutti si affrettano a definire una "giornata storica con un risultato storico", dicono in coro Renzi, Boschi e i vertici del Pd. Ora la parola passa al referendum, che si svolgerà in autunno e al quale il premier ha deciso di legare a doppio filo il proprio destino politico: "Mi gioco tutto, se perdo vado via".
Boschi, risultato storico dopo 30 anni di lavoro
Ma la strada della consultazione popolare è già piena di insidie, soprattutto interne: la minoranza del Pd avverte Renzi, "ci batteremo contro la trasformazione del referendum in plebiscito", chiedendo di riaprire il capitolo Italicum. Con le riforme costituzionali, termina il bicameralismo perfetto e nasce il Senato dei 100. La fiducia al governo la voterà solo la Camera. Cambia la funzione legislativa del Senato, che avrà meno poteri e competenze, mentre viene dato un giro di vite al Titolo V, con una razionalizzazione delle materie concorrenti tra Stato e regioni, così da evitare tempi lunghi e numerosi ricorsi. Vengono abolite definitivamente le province e il Cnel. Tuttavia, per l'effettiva entrata in vigore della riforme si dovranno attendere almeno 4-5 anni, ovvero non prima del 2020.
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Solo allora il nuovo Senato andrà a pieno regime, con i senatori eletti dai Consigli Regionali tenendo conto, come recita la norma, delle scelte degli elettori. Questo perchè le diverse Regioni andranno al voto in momenti diversi. Nel frattempo varrà la norma transitoria che prevede che saranno le Regioni ad indicare direttamente i senatori. Con la riforma targata Boschi sono almeno 380 le poltrone che scompariranno, tra cariche elettive e incarichi.
"Esprimo la mia gioia piu' profonda, è un giorno storico per l'Italia. Si è dimostrato che la democrazia vince e trionfa", afferma da Teheran il premier Matteo Renzi dopo il via libera alle Riforme. "è un passaggio importante per la politica che dimostra di essere seria. Meno politici meno soldi alle regioni, piu' chiarezza nel rapporto tra Stato centrale e il territorio. Si tratta di un gigantesco passo in avanti per la credibilità delle istituzioni". Renzi si dice certo che tutto il Pd voterà compatto per il referendum, nonostante gli avvertimenti di oggi della minoranza interna. E il ministro Boschi definisce "un atto di serietà" la spinta propulsiva del governo sul referendum.
Minoranza Pd, battaglia contro referendum-plebiscito
Per la presidente della Camera l'auspicio "è che si sviluppi un confronto pacato, sul merito delle decisioni prese. Per questo ritengo che sarà piu' che mai necessaria un'informazione puntuale sul contenuto del referendum. Che ad esprimere il loro voto siano cittadini consapevoli è nell'interesse sia dei sostenitori che di chi si è opposto. Ma è soprattutto nell'interesse della democrazia italiana". In serata, Silvio Berlusconi, tra i 'padrì originari della riforma, grazie al patto del Nazareno, e ora - dopo lo strappo con Renzi - tra i piu' accaniti detrattori, promette battaglia: "ci batteremo al referendum per difendere la Repubblica italiana dalla voglia di potere di un premier mai eletto". Per l'ex presidente del Consiglio, infatti, "la Costituzione andava riscritta tutti insieme", invece "Renzi ha voluto far prevalere l'arroganza dinanzi al buonsenso, consegnando al Paese una riforma sbagliata e pericolosa".
Queste le principali novità introdotte dal ddl Boschi:
- FINE DEL BICAMERALISMO PARITARIO Camera dei deputati e Senato della Repubblica hannocomposizione e funzioni diverse. La Camera, con 630 deputati,rappresenta la Nazione ed è l'unica titolare del rapporto difiducia con il Governo. Ha funzione di indirizzo politico e dicontrollo sull'attività del Governo
- IL NUOVO SENATO DEI 100 Cento (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 componenti dinomina del presidente della Repubblica) saranno i senatori. Ifuturi senatori saranno scelti, in conformità alle decisioniassunte dagli elettori, dai consigli regionali per mezzo di unalegge elettorale che dovrà essere varata entro 6 mesidall'entrata in vigore della riforma costituzionale. Il terminedecorrerà dopo che si sarà svolto il referendum confermativo.Le regioni avranno poi tre mesi (90 giorni) per adeguarsi. Icinque senatori scelti dal Colle dureranno in carica sette annicome il Capo dello Stato e non possono fare più di un mandato.Senatori a vita restano gli ex presidenti della Repubblica.
- DURATA DEL MANDATO E PREROGATIVE La durata del mandato dei nuovi senatori è pari a quella degliorgani delle istituzioni del territorio in cui sono statieletti. Conservano l'immunità parlamentare e non ricevonoalcuna indennità parlamentare, mantengono invece quella chehanno in qualità di sindaco o di consigliere regionale. Restal'esercizio della funzione senza vincolo di mandato.
- LA FORMAZIONE DELLE LEGGI Le leggi di rango costituzionale, il referendum, la leggeelettorale restano bicamerali, come anche i trattati conl'Unione europea. Le altre leggi sono esaminate e approvatedalla Camera dei deputati che le trasmette al Senato. Questopuò disporne l'esame se, entro dieci giorni, lo richiede unterzo dei suoi componenti. Il Senato può anche, a maggioranzaassoluta, entro 30 giorni successivi, proporre modifiche altesto. Su queste è la Camera a pronunciarsi in via definitiva.Per bocciarle serve la maggioranza assoluta dei componenti
- ARRIVA LO STATUTO DELLE OPPOSIZIONI Il regolamento della Camera dei deputati conterrà anche unadisciplina dello statuto delle opposizioni.
- PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Per l'elezione del Colle il quorum necessario nelle prime trevotazioni è dei due terzi dei componenti l'assemblea. Dallaquarta votazione servono i tre quinti dell'assemblea. Dallasettima ai tre quinti dei votanti. Non sarà più il presidentedel Senato a sostituire ad interim il Capo dello Stato.Toccherà al presidente della Camera.
- GIUDICI COSTITUZIONALI I giudici della Corte Costituzionale che spetta al Parlamentonominare, 5 in tutto, saranno eletti separatamente da Senato eCamera: due li eleggerà il nuovo Senato, tre la Camera. Ilquorum per essere eletti è dei due terzi dei componenti per iprim due scrutini, dal terzo basta la maggioranza dei trequinti.
- TITOLO V Non c'è più legislazione concorrente fra Stato e Regioni e sipassa ad un redistribuzione delle materie di competenza statalee regionale. Si contempla una clausola di 'supremazià con laquale si prevede che, su proposta del Governo, una legge delloStato possa intervenire in materie non riservate allalegislazione esclusiva se lo richiede la tutela dell'interessenazionale
- LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE Per presentarle serve la raccolta di 150mila firme (non più 50mila) ma si prevedono termini certi per la pronuncia dellaCamera
- REFERENDUM In Costituzione entrano i referendum di indirizzo e propositivi ma le Camere dovranno appovare una legge per delinearne le modalità di attuazione
- STATO DI GUERRA Sarà la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta, a deliberare lo stato di Guerra e la conseguente attribuzione di poteri al Governo
- ABOLIZIONE DEL CNEL E DELLE PROVINCE Il ddl abroga l'articolo 99 della Costituzione con coseguenteabolizione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro(CNEL). Eliminato anche il riferimento, in Costituzione, alleProvince
- GIUDIZIO PREVENTIVO SULLE LEGGI ELETTORALI La riforma dispone il giudizio preventivo di legittimità dellaConsulta sulla legge elettorale, prima della promulgazione, purchè vi sia un ricorso motivato presentato "entro diecigiorni" dall'approvazione della legge da "almeno un quarto deicomponenti della Camera dei deputati o un terzo dei componentidel Senato della Repubblica". La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni. (AGI)