di Barbara Tedaldi
Verona - Sergio Mattarella sprona l'economia italiana a superare le barriere puntando sull'export, ma Matteo Salvini legge in chiave generale le parole del Capo dello Stato e lo attacca duramente sulle politiche migratorie. Il Presidente della Repubblica giunge in mattinata per la cerimonia di inaugurazione di Vinitaly a Verona e, in un lungo discorso sull'importanza del 'marchio doc' del Made in Italy cita il comparto vinicolo come modello di successo per le politiche dell'export e spiega che questo esempio "conferma come il destino dell'Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino". A stretto giro di posta, il leader della Lega attacca a muso duro il Capo dello Stato, piegando le sue parole ad una lettura incentrata soprattutto sulle politiche sui migranti: "come a dire avanti tutti, in Italia puo' entrare chiunque...se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e venduto".
Sul leader leghista si scatena una pioggia di critiche, tanto che il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, parla di eversione e, attorno al Presidente della Repubblica, si stringe compatta tutta la maggioranza. Anche Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, spiega chiaro e tondo, che il leader leghista ha voluto estrapolare una frase di Mattarella piegandola su un tema diverso da quello affrontato: "Salvini e' talmente ossessionato dagli immigrati che inopinatamente attacca il Presidente Mattarella mentre, inaugurando il Vinitaly, egli parla di vino e di valorizzazione del Made in Italy e non di immigrazione". Il Capo dello Stato anche un mese fa, parlando agli imprenditori riuniti per il Premio 'Qualita' Italia', aveva spronato a cercare di costruire per le imprese delle reti, in particolare per l'export, facendo notare come "mai come oggi ci appare evidente che il nostro interesse e il nostro futuro risiedono nella capacita' di andare oltre le frontiere".
Proprio negli anni di stallo della domanda interna, infatti, la crescita dell'export ha permesso all'economia italiana di tirare un sospiro di sollievo. E il settore del vino, ha fatto presente stamane Mattarella aprendo la 51esima edizione di Vinitaly e' stato un fiore all'occhiello in questa chiave. L'innovazione, l'importanza della qualita', il vino come simbolo del gusto italiano, il protagonismo dei giovani e delle donne, il recupero di radici e culture antiche, ma anche la lotta alla contraffazione e l'importanza della legalita' hanno contribuito a rendere il settore "un paradigma virtuoso dell'economia, ma anche dell'ambiente e della societa'". Parole apprezzate dai presidenti di Regione presenti all'inaugurazione da Luca Zaia a Roberto maroni a Vincenzo De Luca. A tutti, alle istituzioni, come al settore privato, il Capo dello Stato ha chiesto "di agire come una squadra coesa", considerando l'Europa "come casa propria" sapendo utilizzare "i suoi strumenti e le sue opportunita' come leve di crescita" sapendo che "c'e' un marchio Doc che riguarda tutti noi, da nord a sud, dal piccolo al grande centro: e' il marchio Italia".
E, mentre a Roma infuriava la polemica sulle parole di Salvini, il Capo dello Stato ha voluto recarsi in forma privata al quotidiano 'L'Arena' che ospita la bandiera tricolore portata a Verona a ridosso della fine del dominio austriaco."Le bandiere vanno alzate e non ammainate" ha detto. Poco prima, la visita alla Biblioteca Capitolare che conserva antichi testi di lingua romanza, spesso visitata da Petrarca. (AGI)