Roma - "Che paura possono fare due persone che si amano, che chiedono di avere un'unione forte tra di loro? A me fanno paura quelli che si odiano". Nel suo intervento all'assemblea del Pd, Matteo Renzi, non ha escluso che pur di chiudere l'accordo sul ddl Cirinnà è pronto a "raggiungere un accordo di governo immaginando un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia". E' questa secondo Renzi la strada per uscire dal guado delle unioni civili: "siamo a un bivio - ha ammonito - e "non possiamo permetterci di frustrare la speranza come con i 'Dico' dieci anni fa. E' in gioco la credibilita' di tutti noi". Renzi si è anche detto pronto a partecipare all'assemblea dei senatori dei prossimi giorni "per cercare di dare una mano per raggiungere il risultato".
Intanto è stata pubblicata una lettera-appello di 400 fra intellettuali, scrittori, artisti, personalita' del mondo dell'informazione della tv e dello spettacolo per sollecitare il Parlamento ad approvare il ddl sulle unioni civili. L'appello, lanciato insieme a una petizione online su Change.org aperta alla sottoscrizione dei cittadini, e' stato promosso dall'artista Sebastiano Mauri e sottoscritto tra gli altri da Andrea Camilleri, Daria Bignardi, Paolo Virzi', Jovanotti, Tiziano Ferro e Lausa Pausini. Nel testo si sottolinea che il ddl Cirinna' e' "l'occasione storica di fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali".
"Martedi' alle 20 al Senato approfondiamo e chiudiamo la partita" ha assicurato il segretario del Pd in sede di replica all'assemblea. "Ho dato disponibilità a partecipare" alla riunione del gruppo del Senato" ed "è fondamentale che non si corra il rischio che in nome di uno squallido gioco politico da parte di alcune forze pronte a tutto pur di fare del male al Pd, si faccia del male anche a delle persone che hanno il diritto di guardare al futuro senza paura".
Ue
L'Europa di Barroso, a differenza degli Stati Uniti di Obama, "non ha fatto crescere l'occupazione e ha ridotto la speranza dei giovani. E' ferma e ha bisogno di essere rimessa in moto. Serve una strategia economica non basata sugli egoismi di qualche paese dominante", ha detto. "Si deve avere la consapevolezza che o si ha il coraggio di tornare a pensare in grande o l'Europa diventerà un fastidioso giochino burocratico". "L'Italia in Europa sta presentando proposte, non batte i piedi come fanno i bambini quando fanno le bizze".
"A chi minaccia di andare via rispondo ciao"
La discussione sul 'partito della nazione'" è un tentativo strumentale per cambiare argomento. La verità è che noi al Senato non abbiamo numeri e senza alleanze non andiamo avanti", ha continuato, "per avere dei numeri diversi - ha aggiunto - le elezioni vanno vinte, e aver coinvolto altre forze presenti in Parlamento dentro la maggioranza o a sostegno di provvedimenti della maggioranza è segno di buon senso", "non una 'marmellata' e 'tutti insieme indistintamente'. Per me - ha concluso - il vero 'partito della nazione' sono i 400 ragazzi della 'classe dem'". "A chi immagina su singoli provvedimenti di arrivare al momento decisivo e dire: 'o fate come dico io o me ne vado', la mia risposta sara' 'ciao'". Nel Pd, ha aggiunto, "il sistema delle minacce non puo' funzionare".
"Siamo la politica e non la tecnica"
"Noi siamo la politica e non la tecnica". Renzi attacca così dal palco dell'assemblea chi "crede che sia un proprio dovere compiere una campagna pedagogica per cambiare gli italiani", chi "pontifica nelle universita'" e chi sostiene "che l'Europa sia una medicina". Gente "con pochi voti" che "voleva svendere e appaltare il Paese a suon di fiscal compact". "Noi - aggiunge - vogliamo cambiare l'Italia", perché "fuori dai loro pregiudizi c'e' un'Italia di persone perbene che non meritano i giudizi moralistici che vengono fatti". "Noi abbiamo fatto il Jobs act non gli esodati, abbiamo tolto il patto di stabilità, tagliato le tasse, parlato di crescita e non di austerità. Siamo la politica non la tecnica e dobbiamo esserne orgogliosi". Quindi prona il Pd, chiede aiuto a parlamentari e iscritti e lancia l'operazione 'tam tam'. "O parliamo tutti al Paese e con il Paese con un'operazione 'tam tam', o non saremo mai in grado di essere l'ancora di speranza del Paese", ha detto.
Lavoro
"Se vogliamo essere il partito di sinistra non possiamo non partire dal lavoro e dal desiderio di vincere la sfida occupazionale, anche per chi arriva a 50 anni e perde il posto". Così il presidente del Consiglio e segretario del Partito, Matteo Renzi, chiudendo la replica all'assemblea del partito. "L'Articolo 1 della Costituzione non è scritto nelle patatine ma nella vita quotidiana delle persone. Il reddito di cittadinanza è una posizione che vorrebbe far credere che il compito della politica e' dare uno stipendio a tutti, credo che invece sia dare un lavoro a tutti".
Alla minoranza del Pd non piace l'ipotesi di un accordo con il Ncd, che inevitabilmente porterebbe a uno stralcio della stepchild adoption. "Sono contrario a rinunciare all'adozione del figlio del partner - dice Roberto Speranza - . Dobbiamo difendere le nostre idee, il nostro punto di vista, e confrontarci nel dibattito parlamentare". Sulla stessa linea Federico Fornaro: "La stepchild per noi e' parte integrante del ddl Cirinna' e se la si toglie e' come tirare giu' un muro maestro. La fiducia non puo' essere usata come un'arma impropria". Renzi a margine dell'assemblea ha incontrato alcuni rappresentanti delle associazioni Lgbt. Un 'faccia a faccia' durato piu' di mezz'ora. "Si deve andare avanti con l'impianto della legge cosi' come e', comprensiva della stepchild adoption, che per noi e' il punto fondamentale", dice al termine dell'incontro Marilena Grassadonia. Un'intesa di governo, aggiunge, "ci preoccupa" perche' "quelle forze politiche non hanno dato segnali di apertura verso le nostre richieste e perche' ci hanno offeso pesantemente in Aula con affermazioni ostili verso le nostre famiglie". Il 5 marzo le associazioni andranno in piazza: "Non festeggeremo se andra' in porto qualcosa al di sotto delle nostre richieste". (AGI)
(AGI)