Roma - Alzare muri e fili spinati non risolve il fenomeno epocale della crisi migratoria. Così Sergio Mattarella, nel suo intervento alla Columbia University. "Il fenomeno dei profughi che l'Europa sta affrontando in questo periodo - analizza il Capo dello Stato - affonda le proprie radici nel medesimo humus: guerra, povertà, tensioni sociali. è dall'epoca della II Guerra Mondiale che non si manifestava un evento di queste proporzioni. Anche in questo caso, le risposte basate su non lungimiranti considerazioni di mera politica interna, i muri e i fili spinati eretti per proteggersi e, per usare un termine cinico, per 'deviare il trafficò, non ci metteranno in condizione di gestire un fatto di dimensioni epocali, non destinato ad esaurirsi nel breve volgere di qualche anno".
Le migrazioni, per il Presidente della Repubblica, "costituiscono uno dei grandi eventi ricorrenti nella storia dell'umanità: non ha alcun senso combatterle, dobbiamo invece governarle. L'unica risposta possibile è quindi quella di un impegno che nasca da una rinnovata unità di intenti da parte della comunità internazionale e, per quanto riguarda il mio Paese in particolare, dalla più stretta collaborazione fra Stati membri e Istituzioni dell'Unione Europea".
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Per Mattarella, il terrorismo è una minaccia dirompente, che vuole minare le fondamenta della nostra società ma noi "non lo permetteremo" e insieme, solo insieme, si può sconfiggere questa piaga: pensare diversamente è "illusorio".
"Il terrorismo è la minaccia più dirompente che le nostre società stanno affrontando. Una minaccia - nota il Capo dello Stato - che non ha confini, che si alimenta di un'irrazionale pulsione distruttiva e di una serie di insidiosi anti-valori. Essi appaiono costruiti come l'antitesi stessa delle fondamenta sulle quali poggiano le nostre società". Ma "la pericolosa diffusione del fenomeno, che si giova dei benefici e degli strumenti della globalizzazione, non risparmia nessun continente e costituisce un pressante monito per tutti noi". Dunque "è illusorio pensare che i singoli Paesi, separatamente, possano riuscire a sconfiggere questa piaga". Per Mattarella "l'inasprimento delle normative e dei controlli, le azioni di prevenzione e di polizia che ciascuna nazione o gruppo di nazioni può mettere in atto possono solo accrescere le difese, migliorandole, ma non costituiscono un'autentica soluzione".
"Il terrorismo punta, in primo luogo, ad impaurirci e, di conseguenza, condizionarci. Non lo permetteremo. Difenderemo sempre e ovunque le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte di vita". Per il Capo dello Stato "la collaborazione fra Stati Uniti e Unione Europea costituisce un'assoluta necessità per combattere con efficacia e credibilità questa battaglia". Una collaborazione "vigile, leale, attenta, che deve essere sempre in grado di prevenire per non rischiare di rimanere 'indietrò" rispetto alla subdola minaccia del terrorismo che "si alimenta dell'instabilità e sfrutta la guerra, la povertà e le tensioni sociali". (AGI)