Roma - "Avanti così, noi andiamo dritti". Il via libera è arrivato ai capigruppo di Camera e Senato direttamente dal presidente del consiglio, Matteo Renzi, nel corso della consueta riunione del lunedì mattina a Palazzo Chigi.
Un incontro che, però, si è caricato oggi di un altro significato, visto che sul tavolo c'è il tema più spinoso dei lavori parlamentari, quello che ha tenuto banco nel fine settimana grazie all'uscita di Grillo sulla libertà di coscienza lasciata ai senatori pentastellati.
Il presidente del consiglio, riferiscono fonti parlamentari, si è informato di quali siano i rapporti di forza in campo: "I numeri ci sono, ci saranno", è stata la conclusione. Certo, come spiegato anche dal capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, i Cinque Stelle "si confermano inaffidabili" con quella che agli occhi del Pd, e non solo, appare come una marcia indietro rispetto al refrain della scorsa settimana: "il ddl Cirinnà si vota nella sua interessa o non si vota".
E tuttavia, il Pd sa di poter contare sulla "sensibilità dei singoli senatori grillini" che, nella quasi totalità, sono per il testo comprendente le stepchild adoption. Una fiducia che sembra ben riposta a leggere la dichiarazione di un senatore grillino come Alberto Airola: "Il movimento voterà compatto sulle unioni civili. Sulla stepchild viene lasciata libertà di coscienza, ma in ogni caso la sensibilità dei senatori è quasi tutta orientata a votare sì alla legge".
Non rimane, dunque, che aspettare il pomeriggio di mercoledì, quando si comincerà a votare e si saprà che fine faranno i quasi seimila emendamenti fin qui presentati. La lega, in coerenza con l'accordo raggiunto la scorsa settimana sul contingentamento dei tempi, ritirerà circa il 90 per cento degli emendamenti presentato, mantenendone non più di 500. Anche Forza Italia dovrebbe fare la sua parte e ritirare circa un centinaio di emendamenti. Ancora in corso, invece, la mediazione interna al Pd - soprattutto con l'ala cattolica - per decidere quali emendamenti mantenere e quali ritirare. L'ultima assemblea prima del voto si terrà proprio mercoledì mattina.
Per ora, dunque, sembra che la strada per l'approvazione della legge sia libera, così come auspicato più volte da Matteo Renzi che, pur avendo sottolienato di voler lasciare l'ultima parola alle camere, ha ribadito più volte che "una legge va fatta". (AGI)