Roma - Da Luciano Ligabue a Carlo Cracco, sono decine i personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura che hanno sottoscritto l'appello per le Unioni Civili lanciato con #Pienidiritti da Radio Capital. A pochi giorni dal voto previsto in Senato (il 28 gennaio) il dibattito sulla legge Cirinnà porta in molte piazze italiane i sostenitori del riconoscimento di diritti e doveri alle coppie dello stesso sesso.
I conduttori e i giornalisti, a cominciare da Vladimir Luxuria, hanno lanciato la campagna dalle frequenze di Radio Capital. Per Luxuria "C'è una parte della politica spaventata da questa legge. Ma questa legge non fa altro che prendere atto della realtà. La società è andata avanti, gli italiani sono favorevoli a dare questi diritti. La modernità non si può fermare".
Tra i vip che hanno già firmato ci sono Gigi Proietti, Flavia Pennetta, Filippo Magnini, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Paolo Virzì, Ferzan Ozpetek,
Valerio Mastandrea, Dario Fo, Massimo Ghini, Gianfranco Vissani, , Paola Turci, Renzo Ulivieri, Leo Gullotta, Maurizio De Giovanni, Gianrico Carofiglio, Ilona Staller, Massimo Carlotto, Enrico Vanzina, Ricky Tognazzi, Fiorella Mannoia, Diego Abatantuono, Dario Argento, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci. "Svegliati Italia e' l'appuntamento con i diritti delle persone, in un Paese come l'Italia che e' stato occupato da una cultura clericale che ha impedito a tutti gli italiani di respirare" afferma da parte sua in un videomessaggio Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta', "e che ha impedito a questa cattiva politica di fare i conti con le domande nuove che si affacciano alla finestra della storia. Oggi siamo di fronte ad una possibilita' di un piccolo avanzamento: l'Italia e' fuori dal consesso dei Paesi civili perche' nega alle coppie gay e alle coppie di fatto i diritti che tutte le altre coppie possono vantare. E questa oggi e' una lesione insopportabile".
"Il testo Cirinna del Pd sulle Unioni Civili va a sostegno delle famiglie. Oggi saro' a Piazza Massimo, alle 16.30, a Palermo. Anche l'Italia deve aprirsi ai diritti civili" afferma il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia. "La partecipazione, il dialogo e il confronto - osserva - fanno solo bene al Parlamento, chiamato finalmente a decidere. Saro' presente anche con le mie idee e la mia storia di cattolico perche' avverto una domanda matura e accorata pro-famiglia che va accolta senza paure e pregiudizi".
"Con un comportamento accorto e prudente il Papa ed i vescovi italiani hanno messo in chiaro una cosa: il popolo che si riunisce il 30 gennaio non e' una massa strumentalizzata dai preti ed obbediente agli ordini politici del Vaticano" replica in una nota Rocco Buttiglione, vicepresidente vicario dei deputati di Area popolare (Ncd- Udc). "Laici credenti preoccupati del bene comune della nazione italiana affermano alcuni valori fondamentali e lo fanno di propria iniziativa e nell'esercizio della propria autonoma responsabilita' politica. Se in Italia non ci sara' il matrimonio gay o l'adozione omosessuale - prosegue - non sara' per un divieto ecclesiastico ma perche' questo e' il giudizio della maggioranza del popolo italiano. Legittimamente ed inevitabilmente, il Papa ed i vescovi condividono i valori di fondo della manifestazione. Cosi' si comporta una Chiesa che non e' clericale e non e' rassegnata ad essere irrilevante". "
"Le manifestazioni di oggi sulle unioni civili travalicano di gran lungo il merito del tema: sono sbagliate proprio perche' vanno oltre, mettendo a repentaglio il valore del matrimonio e strumentalizzando un argomento delicato come quello delle adozioni. Se si vogliono davvero le unioni civili occorre abbandonare l'ideologia: la sinistra lo faccia se vuole davvero questo provvedimento" aggiunge la deputata di Forza Italia, Daniela Santanche'. (AGI)