Roma - Da qui alla fine della legislatura "sfrutteremo ogni minuto per fare il nostro meglio per tornare con l'Italia alla guida dell'Europa. Ci diranno che e' impossibile ma noi andremo avanti". Cosi' Matteo Renzi al Senato prima del voto sulle riforme. "Se l'Italia vuole le cose le fa", ha spiegato il presidente del Consiglio, "i professionisti del fallimento ci dicono che tutto e' impossibile, rifiutano lo stupore. Ma alla guida del Paese c'e' una generazione che vuole cancellare la parola impossibile, noi accettiamo la sfida". "Voglio essere l'ultimo presidente del Consiglio che chiede la fiducia a quest'Aula", ha affermato il premier. "L'Italia non va bene, ma va meglio perche' la politica credendoci ha realizzato le riforme. Dopo anni di ubriacatura, di subalternita' della politica, di qualunquismo, la politica ha ripreso il proprio posto nel suo Paese". "Questa e' una giornata storica. La storia si occupera' di questa giornata, voi avete deciso di scrivere la storia", ha insistito il premier.
"In caso di sconfitta al referendum trarremo le conseguenze", ha ribadito Renzi. "Andiamo a vedere da che parte sta il popolo su questa riforma, se i cittadini la pensano come coloro che urlano per il fallimento o per chi scommette sul futuro dell'Italia. Sono gli italiani il nostro punto di riferimento, sono gli italiani che chiameremo in Aula, li chiameremo ai seggi, andremo casa per casa. Chi ci accusa oggi di plebiscito e' lo stesso che ci accusava di autoreferenzialita', mosso da un risentimento personale e politico e non da un giudizio sulla realta'". "Questo e' il giorno in cui nessuno credeva", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "Noi non tocchiamo il sistema di pesi e contrappesi della Carta costituzionale, questa riforma non incide sul ruolo della presidenza della Repubblica e degli organismi di contrappeso, questa riforma cerca di rendere meno ingessato il sistema parlamentare".
Il premier ha quindi ringraziato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi "per la sua straordinaria tenacia e determinazione". Un grazie particolare è stato rivolto al presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Se non ci fosse stato il suo discorso nell'aprile del 2013 non ci sarebbe questa riforma e non sarebbe in piedi questa legislatura", ha detto il premier. "Abbiamo restituito all'Italia il diritto al futuro, oggi si chiude un percorso straordinario che ha segnato il cammino degli ultimi due anni che ha visto l'Italia fare cose che prima erano rimaste nella palude". Renzi ha elencato le riforme realizzate, riferendosi anche ai decreti sulla P.A che andranno questa sera in Consiglio dei ministri. (AGI)
(20 gennaio 2016)