Roma - "Con un gesto di coraggio e dignità ho detto che se" si perde il referendum sulle riforme "io smetto di fare politica. E' un incentivo per tanti per andare a votare contro..". Matteo Renzi parla della riforma costituzionale e dell'appuntamento di ottobre, spiegando che "è la partita in cui mi gioco tutto. Non è un tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito ma è l'assunzione di un principio", sottolinea.
Sulla durata della legislatura "decide il presidente della Repubblica", ma "l'intendimento del governo è arrivare alla fine della legislatura perchè l'idea di rispettare le scadenze naturali delle legislature mi pare un principio di buon senso. Noi facciamo il referendum a ottobre, si aprirà una discussione nel paese, poi l'Italia avrà una serie di appuntamenti importanti", ha spiegato Renzi a RepubblicaTv.
BOSCHI NON DEVE DIMETTERSI - "Se chi ha il padre indagato si deve dimettere, il primo a dimettersi dovrei essere io, visto che mio padre da sei mesi è stato raggiunto da un avviso di garanzia", ha detto rispondendo a una domanda sul caso banche e la mozione di sfiducia al ministro Boschi. "Se ricevi un avviso di garanzia, ti trovi un avvocato e dimostri quello che è successo. Se non facevamo quel decreto c'era un milioni di correntisti che perdevano i propri denari. Noi non abbiamo alcuno scheletro nell'armadio, continueremo a fare quello che dobbiamo fare", ha aggiunto Renzi. Il governo ha "il dovere di proteggere" Consob e Bankitalia ma se all'interno di qualsiasi organismo "ha sbagliato qualcuno deve essere messo in condiziono di rispondere dei propri sbagli". Per Consob e Bankitalia "abbiamo il massimo rispetto istituzionale" e non è previsto "nessun cambio di competenza" chiarisce il premier, "Consob ha da fare i suoi compiti li faccia. La discussione sulle polemicucce non ha senso", osserva il presidente del Consiglio. "Con il nostro governo non ci sono impuniti. Non guardiamo in faccia a nessuno e chi ha sbagliato pagherà", dice il premier. Renzi poi torna a sottolineare: "Il sistema bancario italiano noi abbiamo iniziato a cambiarlo e continueremo a farlo. E non abbiamo nessun scheletro nell'armadio".
BANCHE, SI' A COMMISSIONE INCHIESTA - Il Pd vuole una commissione d'inchiesta sulla vicenda delle banche? "Io sono convinto. Noi siamo favorevoli", ha sottolineato Renzi. "Non si tratta di una commissione d'inchiesta su una sola banca", osserva il premier. Sulla vicenda banche, comunque, "non si fanno processi show. Si vuole fare chiarezza sul sistema bancario degli ultimi 15 anni", ha sottolineato il premier.
I GUFI FANNO LA OLA - "Bisogna restituire agli italiani la fiducia. Questo è un Paese che deve smettere di autoinfliggersi punizioni. I gufi sono quelli che fanno la ola quando c'è una crisi occupazionale, che fanno il tifo contro l'Italia. Vorrei che il 2016 sia l'anno della fiducia", ha detto Matteo Renzi
TROPPI SINDACATI - "Il sindacato è una grande istituzione democratica, ce ne sono tantissimi, io aggiungo: 'forse troppi'".
NESSUNA TENSIONE CON MERKEL - "Io non ho nessuna tensione con la signora Merkel", ha poi spiegato Renzi. "La Germania è il nostro partner per eccellenza in Europa, tutt'altro che il nostro nemico. E io ho vinto le elezioni europee dicendo il contrario di chi diceva che Markel era il nostro nemico. Con Merkel c'è un rapporto molto frequente, c'è partnership strategica, ma questo non significa che io non rappresenti un Paese importante in Europa. Se in Europa io alzo una mano e dico 'mi spiegate questa cosà non è polemica. In Europa abbiamo avuto un problema economico, ma prima ancora reputazionale"
"Ci vuole una discussione sulla politica economica europea. E' stata sbagliata negli ultimi sette anni", dice ancora Renzi. "Insistere sull'austerità e sul rigore e non sugli investimenti e sulla crescita è un errore. Non si possono cambiare i trattati, ma cambiare la politica economica si puo' anche a trattati vigenti. Va mandata giù la disoccupazione. Basta con l'Europa tecnocratica. La nostra legge di stabilità rispetta integralmente tutto quello che chiede l'Europa. La flessibilità non la decide Dombrovskis ma il collegio della commissione", ha concluso il Presidente del Consiglio.
(12 gennaio 2016)