Un “nuovo Mussolini” si affaccia all’orizzonte del futuro politico italiano? La notizia ormai è ufficiale, si chiama con un nome altisonante tutto improntato all’Impero romano: Caio Giulio Cesare, 50 anni, “pronipote del dittatore fascista Benito”, suo nonno era Vittorio, figlio di Benito, che farà il suo debutto in politica come candidato per “i duri Fratelli d’Italia” come ne scrive persino il britannico The Times. Che inserisce la candidatura dentro uno scenario del Vecchio continente che vede “i populisti di destra europei attaccare i migranti e colpire Bruxelles, in cerca di voti alle elezioni del prossimo mese”.
Così “un partito italiano ha trovato un candidato che crede possa fare la differenza” scrivono gli inglesi. Lui dice di condividere le idee di Fratelli d’Italia “su come riconquistare la sovranità, proteggere il nostro paese e la famiglia" ha dichiarato sempre al Times il novello Mussolini. Del resto, “Fratelli d’Italia ha fatto una campagna con il partito della Lega di Matteo Salvini” nelle elezioni del 4 marzo di un anni fa e dunque sono due alleati con orizzonti e prospettive politiche e culturali comuni se non simili.
Ma chi è davvero Caio Giulio Cesare? Nato in Argentina e vissuto dal 1978 al 1986 in Venezuela, dopo la carriera come ufficiale di Marina militare da sommergibilista, è stato un manager di Oto Melara, una società di Finmeccanica, e da dodici anni risiede ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, dove lavora per Drass Middle East, società della provincia di Livorno che produce sommergibili di piccole dimensioni e camere iperbariche per la compensazione dopo le immersioni in profondità in qualità di Marketing & Sales Area Manager.
Il padre, Guido padre, è un nostalgico che ha militato anche nella Fiamma Tricolore e nel 2001 si è candidato con Forza Nuova per diventare sindaco di Roma con scarsa fortuna. Tipo abbastanza loquace, ha rilasciato anche diverse interviste, una al Corriere della Sera nel 2017 e un’altra allo stesso giornale pochi giorni fa.
"Ho trascorso metà della mia vita all’estero e questo mi permette di guardare l’Italia con occhi diversi, forse in maniera più obiettiva e imparziale, e sono convinto che in questi ultimi anni si sia persa la sinderesi. Non vi è dubbio che l’Italia sia un bel paese, ricco di storia e bellezze naturali. Ma non basta crogiolarsi sui fasti del passato. Nel dopoguerra vi era la certezza di un futuro migliore e si “sperava”, mentre oggi i sentimenti più diffusi sono la rassegnazione, frustrazione e rabbia", ha scritto Mussolini in un lungo post di commento in seguito a un’intervista a Piero Angela pubblicata da Huffington Post più di un anno fa, "formiamo giovani facendoli studiare per anni sino alla laurea per poi sottoimpiegarli, oppure peggio ancora li facciamo scappare all’estero dove altre società e industrie sono ben felici di impiegarli. La tanto sbandierata meritocrazia rimane una chimera, in tutti i settori e si nominano ministri persone con un diploma di assistente sociale! Per poi non parlare della “certezza della pena”.
Dopo Alessandra e Rachele, consigliera comunale a Roma con la Lista Civica Meloni con Giorgia, è il terzo Mussolini in politica. Il quarto, con il nonno Benito.