Ridefinire la piattaforma politica del Partito Democratico alla luce della nascita del governo Conte II e della scissione dei renziani. Questa, in estrema sintesi, la proposta uscita dalla direzione nazionale del Partito Democratico. L'occasione per questa "ridefinizione" potrebbe essere la tre giorni che si terrà a Bologna, sotto il 'patrocinio' di Gianni Cuperlo e della fondazione culturale dem che si è impegnato a costruire, e che si svolgerà nel mese di novembre.
In quell'occasione si parlerà del futuro del Pd, della sua organizzazione, delle sue forme. Nessun "congresso senza primarie", come pure era stato spiegato da un membro di maggioranza della direzione. "Il congresso, il Pd lo ha concluso pochi mesi fa", ricordano fonti dem.
Al di là delle formule, rimane la necessità di ridefinire la proposta politica del Pd dopo un confronto congressuale superato dalla nascita del Conte II: "Più della scissione, la nascita del governo ci pone delle domande nuove rispetto alla dinamica congressuale, chiediamo a tutte e a tutti di starci, apriamo porte e finestre", spiega Zingaretti.
E anche Andrea Orlando, cui è stata lasciata la relazione introduttiva, sottolinea che "il governo che nasce per nostra iniziativa è una compagine rinnovata, con un modello diverso da quello dei due vicepremier. La costante minaccia della scissione, che poi è arrivata, ha impedito che si preparasse con un dibattito all'altezza un passaggio così importante". Una nuova apertura, quella del segretario, alle minoranze che gia' con la lettera di Luca Lotti - venerdi' scorso - chiedevano "un confronto completo, vero e aperto. Non ci sia timore di aprire - se necessario - una nuova fase congressuale e di gestione del partito. Perché gli eventi delle ultime settimane hanno mutato profondamente la linea e gli assetti interni del Pd".
Un'idea recepita dal segretario che spiega: "abbiamo bisogno delle minoranze, vedremo con quali modalità riorganizzare il dibattito interno".
Richiesta che il ministro Lorenzo Guerini ribadisce oggi sottolineando come sia in corso "una fase straordinaria: in un mese siamo passati dall'opposizione al governo e abbiamo subito una scissione. Ritengo imprudente aprire un congresso straordinario, ma occorre dare il senso che affrontiamo questa fase con strumenti straordinari. E' una fase che oggettivamente cancella l'esito del congresso".
Da qui le parole di Nicola Zingaretti: dopo la nascita del governo Conte II e la scissione di Italia Viva "abbiamo bisogno delle minoranze, vedremo con quali modalità riorganizzare il dibattito interno. C'é la volontà di aprire una fase fondativa di un'altra stagione storica del Pd", aggiunge il segretario aggiornando la direzione a martedì 1 ottobre, quando "potrebbero essere votate delle scelte".
Assetti interni e nuova piattaforma politica, dunque. Ma anche legge elettorale. Nel Pd il dibattito è aperto e Orlando, nel suo intervento, ha sottolineato che il proporzionale, quando anche contenesse delle correzioni in senso maggioritario, "non e' uno sbocco obbligato".
Il segretario, riferendosi al passaggio contenuto nell'accordo di governo, assicura che "sulla legge elettorale, non c'è stato alcuno 'scippo' degli organismi dirigenti. La scelta l'ho fatta io che avevo un pieno mandato della Direzione per chiudere l'accordo di governo. Con i gruppi approfondiremo il tema per evitare che si facciano scelte che tradiscano la natura del Pd. Dobbiamo fare una scelta corale".
Su questo tema, la bussola delle minoranze rimane il maggioritario. "Il nostro assetto istituzionale ideale era e resta il maggioritario", spiega ancora Luca Lotti, leader di Base Riformista assieme a Lorenzo Guerini, nella sua lettera. "Nelle attuali circostanze, e tenendo realisticamente conto dei vincoli derivanti dal patto di governo che abbiamo appena costruito, si può arrivare a quell'obiettivo, che comporta la semplificazione del sistema politico, con il doppio turno o con una legge proporzionale che contenga una soglia di sbarramento ragionevolmente elevata e selettiva. Due strade che hanno entrambe effetti maggioritari e stabilizzanti. Questa discussione va aperta al più presto nella direzione del partito, e nelle sedi opportune".