Continua lo scontro nel Pd su migranti e ius soli. Oggi tocca all’ex premier Paolo Gentiloni, che prende carta e penna e risponde a Matteo Renzi sul tema migranti e ius soli. In una lettera a la Repubblica, Gentiloni non mette sotto processo il Pd come ha fatto Renzi il giorno prima, ma dice: “Io accuso Salvini per il danno che sta facendo alla funzione stessa del ministro dell’Interno”. E anche perché “sta cancellando l’immagine di un’Italia che sull’immigrazione aveva ‘salvato l’onore dell’Europa’”.
Insomma, secondo l’ex premier Salvini aveva ereditato una situazione che “rendeva possibile il raggiungimento dell’unico obiettivo serio che un governo dovrebbe proporsi in tema di immigrazione” cioè “trasformare flussi incontrollati, gestiti da reti criminali, pericolosi per i migranti e fonte di tensione nei paesi di arrivo in flussi controllati, sicuri, indispensabili per la nostra economia”. Invece Salvini non ha approfittato ad utilizzare “una condizione relativamente favorevole” costruita con “gli accordi da me sottoscritti con le autorità di Tripoli e il lavoro del ministro Minniti” che avevano raggiunto risultati importanti.
“La verità?” La verità, secondo Gentiloni, è che “Salvini e il governo non hanno fatto nulla di tutto questo perché preferiscono il problema alla sua soluzione. Non solo. Hanno anche fatto a pezzi, con il decreto sicurezza, il nostro sistema di accoglienza e integrazione, che con tutti i suoi limiti e qualche evidente stortura aveva comunque contribuito -accanto alla straordinaria attività di molti Sindaci e delle reti di volontariato laico e religioso- a contenere i rischi di esclusione e odio sociale che abbiamo visto purtroppo esplodere in diversi paesi a noi vicini”.
Quanto alle accuse di Renzi, Gentiloni si limita a dire che “so bene che anche i nostri governi avrebbero potuto fare di più e di meglio sul terreno dell’integrazione. Anche con scelte positive come la legge sullo ius soli. Io purtroppo non sono riuscito a farla approvare al Senato. Per mancanza di numeri, non certo di coraggio o di volontà. Coraggio o volontà che semmai ci mancarono tra il 2015 e il 2016, quando i numeri c’erano eccome ma Governo e Pd decisero di non procedere. Limiti ed errori comunque ci sono stati. Ma i crolli di consensi al Pd nel voto del 2018 non dipendono certo dalle politiche migratorie di Minniti. Al contrario, garantire sicurezza e protezione è compito irrinunciabile di qualsiasi governo progressista”. Quindi una critica palese al suo predecessore, Renzi appunto.
Sul Corriere della Sera, Di Maio sembra criticare Salvini
Dalla dialettica interna al Pd, in fatto di migranti, a quella di governo tra 5Stelle e Lega. Con un’intervista al Corriere della Sera Luigi Di Mao sembra criticare Matteo Salvini su come ha agito nei giorni scorsi: “Mentre si discuteva della Mediterranea ne arrivavano altri 70 con piccole imbarcazioni. Poi in questi giorni ci sono stati altri sbarchi anche in Sardegna. Nell’ultimo mese sono arrivati 300 irregolari in Italia e nessuno ne parla, perché lo storytelling delle capitane ormai è più forte della realtà”.
Insomma, secondo il vicepremier e leader 5Stelle non bisogna cadere nel gioco delle Ong, perché “mentre fanno lo show con l’Italia gli scafisti continuano a far e traffico verso le nostre coste”. E sul rischio che la Libia rilasci 8 mila migranti detenuti nelle carceri, Di Maio afferma che “in Libia la situazione è complessa, noi continuiamo a sostenere un processo di pacificazione intralibico” e “l’Italia continuerà a difendere i propri confini per il mantenimento della sicurezza interna”.
Qualche pagina più in là, sulle stesse colonne dell’edizione cartacea del quotidiano di via Solferino, l’ex capogruppo Pd al Senato e oggi tesoriere del partito Luigi Zanda, risponde indirettamente a Di Maio e accusa anche lui Salvini, dicendo: “Bisogna saper distinguere tra la gestione, complessa e misurata, messa in campo nel 2017 dal ministro Minniti e i muri propagandati da Salvini sul modello Trump” e che in materia di migranti c’è una gestione politica “disumana e illegale”. Meglio, “disumana perché non si possono tenere donne e bambini, per così tanti giorni, in mezzo al mare con 40 gradi; illegale perché non si possono chiudere i porti infischiandosene dei trattati internazionali”.
E sulla dialettica tra Lega e 5Stelle in materia di immigrazione, Zanda aggiunge: “Ci sono due partiti al governo: quello che ha il doppio dei parlamentari esegue gli ordini di quello che ne ha la metà”. Mentre sulla dialettica interna al Pd, dopo la lettera di Renzi su immigrazione e ius soli, letta dai più come un’autocritica dell’ex premier ed ex sottosegretario, Zanda taglia corto: “Credo che Renzi non conosca la parola autocritica”, tanto più che “Renzi conosceva benissimo i numeri al Senato e non mi sembra che in quei giorni lo ius soli fosse in cima ai suoi pensieri”.