L’Italia per anni ha subito l’isolamento nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, ma la vicenda Aquarius ha dimostrato che questo isolamento si è interrotto. Il comandante Gregorio De Falco, napoletano, 53 anni, oggi parlamentare del Movimento 5 stelle eletto in Toscana, ad Agi ha commentato la svolta nella crisi della nave carica di migranti a largo delle coste maltesi. Sbarcherà in Spagna, su indicazione del premier Pedro Sanchez. E De Falco, noto per aver intimato al comandante Francesco Schettino di tornare a bordo della Concordia la notte del tragico naufragio del 2012, vede in questa decisione una svolta storica.
Comandante De Falco, come giudica questa vicenda?
"È un caso emblematico perché oggi possiamo dire che si è aperta una strada per gestire le emergenze dei flussi migratori in maniera più equa in Europa. Si è superata la rigidità di alcuni Paesi, cosa che i precedenti governi non erano riusciti a fare. L’Italia ha sofferto per anni una sorta di isolamento dal resto dell’Europa, ma oggi possiamo assistere alle prime crepe del muro di indifferenza che ci aveva lasciati soli, e credo probabile che questo cambierà le cose. Ma bisogna essere risoluti per cercare una soluzione”.
Alzare la voce, magari garbatamente, come ha detto Salvini sui social è servito?
“Non so se abbia detto esattamente quelle parole, ma essere risoluti è un atteggiamento diverso, che spesso porta ai risultati sperati”.
Come si è comportata l’Italia a suo avviso nei confronti dei migranti e di quello che viene chiamato “il codice del mare”?
“Da quello che so e che leggo nelle cronache abbiamo prima di tutto affrontato l’emergenza umanitaria, con cibo e medicine e quello di cui le persone a bordo avevano bisogno. Solo dopo esserci assicurati che nessuno era in pericolo abbiamo deciso di far capire all’Europa che era il momento di cambiare atteggiamento verso di noi. Oggi l’Italia non è più isolata e lo abbiamo ottenuto con la massima attenzione alle persone a bordo dell’Aquarius, dove sappiamo ci sono molte donne e bambini”.
Qual è il compito di un comandante in queste circostanze?
“In queste circostanze i comandanti hanno l’obbligo di soccorso delle persone a bordo ma soprattutto di tenersi in contatto con l’autorità coordinatrice dei soccorsi. Hanno un ruolo tattico, mentre quello operativo ce l’hanno i soccorritori ai quali devono dare aggiornamenti continui su quello che sta succedendo a bordo”.
Crede che l’Italia avrà un atteggiamento più duro verso chi cercherà attraversando il mare una vita migliore?
"Su questo punto è stato molto preciso il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: l’Italia continuerà a fare il proprio dovere. Sono gli altri che, se non ci aiutano, si troveranno nel torto”.
Twitter: @arcangeloroc