Il Pd si avvia verso il congresso. Fissata la prima tappa del percorso: l'assemblea nazionale si terrà l'11 novembre. Poi partirà la corsa alle primarie. Tanti i candidati ai nastri di partenza. Le probabilità piu' alte di arrivare fino alla fine per Nicola Zingaretti e probabilmente per Marco Minniti e Maurizio Martina. Gli ultimi due non hanno ancora annunciato la discesa in campo ma sembra questione di giorni.
Si è concluso con l'annuncio delle dimissioni di Martina ("Ho finito il mio mandato) da segretario del Pd il Forum per l'Italia tenutosi a Milano. Lanciata la sfida al governo giallo-verde ("costruiremo - ha detto Martina - una proposta popolare, democratica, europeista, progressista e batteremo in Italia il mostro che si aggira per l'Europa e che vuole rovinare il nostro futuro), tra tentativi di serrare le fila e preoccupazioni per le Europee. "Se scendiamo sotto il 15% il partito è finito", l'allarme di Cacciari. Un allarme condiviso anche da altri.
Lo spettro della scissione
Non c'è grande entusiasmo sulla prospettiva di tenere il congresso prima delle Europee. Soprattutto tra i renziani. "Non mi scandalizzerei se si posticipasse", ha detto Marcucci, spiegando che in alternativa occorre organizzarlo allora al più presto. Non c'è tanto entusiasmo neanche nel sostenere Minniti. L'ex ministro dell'Interno è stato invocato a gran voce dagli amministratori vicini al senatore di Scandicci. Profilo basso, quindi. L'ipotesi di arrivare ad una scissione ancora non è esclusa ma ora la sfida è sul congresso. "Il congresso - ha affermato Martina - è uno strumento utile per completare il lavoro, ma dipenderà da come lo facciamo".
"Trovo insopportabile che chi ha condiviso tutto del governo Renzi oggi mi spieghi i gravi errori che ha fatto. Nessuna abiura, ma discontinuità si'..., ha detto Gianni Cuperlo che ha evocato il fantasma che si aggira, ovvero Renzi. L'ex premier non condivide lo spostamento a sinistra del Pd ma un eventuale suo progetto al di fuori della casa dem potrebbe concretizzarsi più avanti, non ora. "Serve un congresso per andare oltre i nostri confini", ha detto Martina mentre oggi dalle colonne di 'Repubblica' è stato Franceschini a lanciare l'ipotesi di un listone aperto. "C'è - ha osservato il sindaco di Milano Sala - un tema di rispetto verso chi si vuole candidare, che dovrà decidere entro dicembre visto che le Europee sono il 26 maggio: la circoscrizione è molto larga e bisogna andare in giro. Se si dice lista nuova, bisogna dirlo se si è in condizione di farla. Il tempo stringe".