"Per me quei fischi sono un segnale che non dobbiamo sottovalutare ma non accetto nemmeno generalizzazioni. Da quei fischi dobbiamo ripartire per cambiare e per costruire l'alternativa forte a chi governa oggi", dice il segretario Pd, Maurizio Martina, che parlando con 'Repubblica' delle contestazioni ai funerali delle vittime del ponte Morandi a Genova, riconosce:
"È vero, abbiamo vissuto giorni cattivi. Avvelenati dalle falsità e dalla propaganda di Lega e 5 Stelle, che anziché unire le forze nell'emergenza hanno esasperato il clima. La ricerca del nemico durante le ore dei soccorsi è stata un'operazione squallida. Detto ciò, oggi la rabbia incrocia paure e solitudini ed esce dalla dimensione privata per diventare un fatto pubblico sempre più spesso. I social sono la nuova piazza. Il nodo della nostra distanza da larghe fasce di cittadini c'è. Va affrontato con sincerità. Il punto per me è dare risposte chiare ai conflitti aperti nella società, sapere chi vogliamo tutelare e rappresentare ed essere coerenti nei comportamenti".
Martina spiega così la sua linea:
"Sicuramente dobbiamo combattere di più per rispondere alla macchina delle falsità. Detto questo, alla politica dell'odio virale dobbiamo contrapporre il nostro impegno diretto a fianco delle persone. Sono convinto che gli italiani chiedano prima di tutto il senso della prospettiva che vogliamo dare al paese. Ed è sempre più chiaro che qui la posta in gioco è quale idea di democrazia abbiamo per il nostro futuro".
Il segretario vede spazi: "Non siamo fuori gioco. Servono umiltà e coraggio. Il Pd riparte rimettendosi in strada, fianco a fianco alle persone che vuole rappresentare", e dunque sì al con iniziative anti-populiste come quella di Massimo Cacciari e "con tutti quelli che sentono l'urgenza di un impegno per passare dall'opposizione all'alternativa. Bisogna chiamare a raccolta tutte le energie disponibili".