La candidatura di Giulia Bongiorno riaccende lo scontro tra Roberto Maroni e Matteo Salvini. Dopo l'accusa di "stalinista" mossa dal governatore per il trattamento ricevuto in coincidenza con la sua rinuncia a correre per un secondo mandato a Palazzo Lombardia e la decisione di "chiudere il caso" decretata pochi giorni dopo, è un tweet dell'ex ministro dell'Interno a riaprire la frattura con il suo segretario.
Giulia Bongiorno: "Questa Lega nazionale l'avrebbe approvata anche Andreotti”. È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 19 gennaio 2018
Maroni sembra non aver gradito l'intervista con cui Bongiorno, avvocato che deve la sua fama per aver assistito Giulio Andreotti nel processo per mafia, sostiene che il defunto sette volte presidente del Consiglio democristiano "avrebbe approvato" la Lega "nazionale e concreta" di Salvini. "È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti", commenta Maroni, rievocando i primi anni della Lega Nord e la sua nascita, nella Prima Repubblica, come movimento anti-sistema.
La replica di Salvini
"Sono orgoglioso" della scelta di Bongiorno, gli replica Salvini in una nota e poi, registrando un'intervista a 'Otto e mezzo' aggiunge: "non ci sono rapporti tesi con Maroni. Sono orgoglioso del suo lavoro alla Regione Lombardia. Fortunatamente avremo altri esponenti che possono fare amministratori e ministri. Non litigo con nessuno, figuriamoci se litigo con miei".
A far eco una dichiarazione simile di un altro big storico del Carroccio, Roberto Calderoli. "Sono orgoglioso delle battaglie di Bongiorno per la sicurezza, la legalità, la legittima difesa e la difesa dei diritti e della libertà delle donne, come per la legge sullo stalking che ha salvato tante vite", scandisce il 'capitano' leghista. "Io guardo al futuro - taglia corto -. E nel futuro c'è che la Lega governera' questo Paese".
Le parole di Bongiorno
Dal canto suo, in un colloquio con 'Corriere live', Bongiorno spiega le sue affermazioni. "Il presidente (Andreotti, ndr) era contro la secessione e a chi mi ha chiesto cosa avrebbe detto, umanamente, della mia scelta, ho detto che se mi fossi candidata in una Lega che la voleva ancora mi avrebbe detto 'riflettiamo' ma in questa Lega, che è diversa, siccome il presidente era un uomo concreto e curioso, difficilmente avrebbe detto no a qualcosa non in contrasto con i suoi valori".
"Il presidente avrebbe detto si'" alla candidatura con la Lega "perché era un mio sostenitore", insiste. L'ex deputata Fli non entra nella polemica con Maroni. "Ha già risposto Salvini con una nota", taglia corto. "Mi candido perché voglio fare battaglie su giustizia, sicurezza, violenza contro le donne. Parliamo - esorta - di Giulia Bongiorno per quello che vuole fare ora, non per battaglie di tremila anni fa. Nè - è la stoccata in chiave lumbard - mi vedrete con un'ampolla sul Po".
Protesta Rotondi, stupefatta Bonino
Chi protesta, invece, sono gli ex Dc. Gianfranco Rotondi stigmatizza le dichiarazioni di Bongiorno e chiede di "lasciare riposare in pace il Divo Giulio". Cirino Pomicino sostiene che "Bongiorno, politicamente non abbia nulla a che fare con Andreotti". Mentre secondo Marco Follini l'avvocato con le sue dichiarazioni "fa un torto ad Andreotti e a Salvini".
Infine Emma Bonino si dice "stupita della scelta di Bongiorno". "L'ho solo incrociata per qualche dibattito, mi ha stupito perchè lei è stata un ottimo presidente della commissione Giustizia. Capisco ancora meno la giustificazione che sarebbe stata convinta dalla brillantezza intellettuale di Salvini", chiosa Bonino.