Problemi tecnici. Alla Ragioneria generale dello Stato serve più tempo. È questo il motivo dell'ennesimo ritardo dell'arrivo nell'Aula del Senato del maxiemendamento alla manovra, che il governo deve presentare e sul quale - ha annunciato - porrà la questione di fiducia.
Uno slittamento che ha scatenato la reazione della minoranza e ha costretto il presidente del Senato a invitare la Lega, il Movimento 5 stelle e il governo "ad avere un percorso legislativo più regolare e rispettoso dell'Assemblea".
Quando sarà votata la manovra
Il testo, che l'esecutivo avrebbe dovuto depositare nel primo pomeriggio di venerdì 21, arriverà dunque alle 14 di sabato 22 dicembre per essere votato - dopo quattro ore di discussione - dalle 20,30. Le opposizioni, all'annuncio letto in Aula dal presidente Casellati, sono insorte.
Forza Italia con Anna Maria Bernini giudica l'atteggiamento del governo "sconcio nei confronti del popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni e' uno sfregio ai loro elettori. È la loro Caporetto politica, il fallimento politico di questo governo".
Il Partito democratico occupa l'emiciclo al termine della seduta "contro il comportamento scandaloso del governo nei confronti del Senato", mentre Leu chiede (senza successo) di inviare il maxi non in Aula ma in commissione Bilancio per analizzarlo fino all'ultimo dettaglio.
Difesa e contrattacco della Lega
La Lega si assume la responsabilità del ritardo ma non rinuncia ad attaccare lo schieramento avversario. "Chiediamo scusa - dice il capogruppo Massimiliano Romeo - ma e' la prima volta negli ultimi anni che la manovra la scrive il governo. Ci vuole quindi più tempo rispetto al 'copia e incollà del fax di Bruxelles a cui ci eravamo abituati. La Ragioneria - aggiunge - non era abituata". Anche il Movimento 5 stelle replica alle accuse. Stefano Patuanelli, capogruppo 5s, ricorda che anche in anni passati la manovra arrivò in Aula senza un voto in commissione. E a chi evoca la disfatta di Caporetto risponde: "Siamo riusciti a tenere insieme le esigenze di bilancio e quelle dei cittadini. È una grande vittoria politica di questa maggioranza".
Il dispiacere di Conte
Interrogato dai cronisti il presidente del Consiglio esprime "dispiacere" per i ritardi accumulati sulla legge di Bilancio. "Mi sarebbe piaciuto lasciare al Parlamento un più ampio margine di discussione", spiega, ma "non mi devo giustificare se la trattativa ha impiegato tutto questo tempo". Conte, che ha rimandato a dopo Natale la tradizionale conferenza stampa di fine anno in programma domani proprio in Senato, assicura poi che l'iter per l'approvazione è al "rush finale. Confidiamo che nella giornata di domani possa essere approvata. So che siamo in zona Cesarini".
Più critico il vice premier Matteo Salvini: "Finalmente dopo anni di mutismo e rassegnazione c'è stata una trattativa seria, vigorosa e coraggiosa". Il Colle, infine, non entra nella vicenda. Quel che Sergio Mattarella aveva da dire sul ruolo del Parlamento lo ha detto non più tardi di mercoledì, parlando alla cerimonia di auguri alle Alte cariche, ricordando che esso rappresenta la sovranità popolare ed ha un ruolo centrale nella democrazia che "va rispettato e preservato".