Prevale l'asse Di Maio-Salvini nel durissimo braccio di ferro con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Dopo una faticosa trattativa e giorni di tensioni, è stato raggiunto l'accordo all'interno del governo sul deficit in vista della manovra. L'asticella, fanno sapere i due vicepremier in una nota congiunta, sarà fissata al 2,4%.
"Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la Manovra del cambiamento", sottolineano i leader di M5s e Lega.
Di Maio non trattiene la gioia
L'intesa è "anche con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria", assicura Salvini, "ci ho sempre creduto, l'Italia merita lavoro, coraggio, fiducia e speranza".
"Ragazzi oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l'Italia!", scrive sul suo profilo Facebook Di Maio mentre i parlamentari M5s arrivano in piazza Colonna per festeggiare il traguardo raggiunto.
"Abbiamo portato a casa la Manovra del Popolo - aggiunge il capo politico del Movimento - che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi, e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l'impiego".
Un giorno vissuto pericolosamente
L'intesa arriva al termine di una giornata ad altissima tensione, decisiva per le sorti del governo, iniziata in mattinata con il vicepremier M5s che smentiva di aver chiesto le dimissioni del ministro dell'Economia. E proseguita
nel pomeriggio con un vertice politico a cui Tria non aveva preso parte in un primo momento. Il ministro avrebbe avuto infatti un'interlocuzione con il premier Giuseppe Conte sulla manovra, senza confrontarsi con i due vicepremier.
Alla fine Tria deve cedere
Alla fine ha prevalso la linea della stabilità, piuttosto che lo scontro sui decimali, secondo quanto viene riferito. Un passo indietro del titolare dell'Economia avrebbe avuto conseguenze che anche i vertici istituzionali hanno spinto per evitare. Da qui l'accordo in extremis sul fissare al 2,4% il rapporto deficit-Pil.
Il ministro dell'Economia, questa la linea che trapela da fonti parlamentari della maggioranza, in un primo momento sarebbe stato disposto ad alzare l'asticella fino al 2,1% per poi spingersi - sotto il pressing di Di Maio e Salvini - fino al 2,4.
Salvi il reddito di cittadinanza e Quota 100
Un tetto che serve al Movimento 5 stelle e alla Lega per poter realizzare sia il programma sul reddito di cittadinanza che 'quota 100' per le pensioni. "Con il 2% avremmo fatto una riforma incompleta sulla Fornero, non potevamo permettercelo", spiegano fonti parlamentari del Carroccio.
Da qui la convergenza tra i due soci di maggioranza. E quindi il superamento della Fornero, i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza e il fondo da 1,5 miliardi per le vittime delle banche.