La manifestazione del centrodestra a piazza San Giovanni si chiude con i tre leader, Matteo Salvini - ultimo a prendere la parola - Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi insieme sul palco. Una foto di gruppo che mancava da tempo per una coalizione che prova a ritrovare l'unità dopo tante frizioni, che non sono mancate nemmeno alla vigilia, tra il malumore di FdI per la presenza dei simboli della Lega sul palco e i mal di pancia di Forza Italia per la partecipazione dei militanti di Casapound.
"A me dispiace che ci siano i simboli della Lega in piazza, ciò non toglie che questa è una manifestazione dove, speriamo, prevalga il tricolore". All'apertura del raduno, Giorgia Meloni continuava infatti a non nascondere i malumori per la presenza sul palco di piazza San Giovanni degli stendardi del Carroccio di quella che, nata come mobilitazione salviniana, è poi diventata una manifestazione unitaria della coalizione.
"Salvini leader? Bisogna volerlo"
"Salvini è il leader del partito che prende più voti, ma poi per fare il leader della coalizione bisogna pure volerlo", ha risposto oggi Meloni a chi gli chiedeva se, come ieri ha detto Berlusconi, Matteo Salvini è il leader del centrodestra. Al gazebo FdI per raccogliere le firme a sostegno delle proposte di legge di iniziativa popolare, Meloni ha aggiunto che "in qualche modo i segnali che arrivano oggi sono un po' distonici, rispetto a quello che ci si sarebbe aspettato".
Alle due del pomeriggio, a poco meno di un'ora e mezza dall'avvio della manifestazione del centrodestra, piazza San Giovanni si riempie. Tanti i militanti che via via arrivano, oltrepassando i varchi di sicurezza dislocati nelle vie di accesso alla piazza. Il grande palco domina la scena, così come i simboli della Lega. Ma in piazza sono presenti anche quelli di Forza Italia e Fratelli d'Italia.
L'area è presidiata dalle forze dell'ordine: centinaia di agenti della polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. All'esterno della piazza sono presenti blindati a ambulanze del 118. Farsi strada tra la folla è quasi impossibile. "Siamo 200 mila", dicono gli organizzatori. Le forze dell'ordine parlano di 70 mila persone.
Lo sfondo del palco, lungo 60 metri, è di colore blu, incorniciato dal tricolore con lo slogan "Orgoglio italiano. Una patria da amare e difendere". Poi i simboli tradizionali degli ex lumbard, in piccolo, "Lega Salvini premier" e "Prima gli italiani". Il contrassegno elettorale leghista è presente anche nel leggio posto sul palco, da dove si sono alternati gli interventi, e nei pannelli sistemati a cornice del palco stesso.
CasaPound: "Siamo qui per contribuire con le idee"
Partiti in corteo dalla loro sede in via Napoleone III, i militanti della tartaruga frecciata sono entrati nella piazza percorrendo via Emanuele Filiberto, con il loro leader in testa, Simone Di Stefano. Dentro Forza Italia non sono mancati malumori per l'annunciata presenza in piazza di Casapound. Fonti parlamentari 'azzurre' tengono pero' a sottolineare che "la nostra è una presenza convinta qui oggi in piazza".
Lo stesso Di Stefano, per smorzare le polemiche, ieri aveva affermato che "se qualche mentecatto domani farà il saluto romano in piazza non sarà certo un militante di Casapound. Per noi è un gesto sacro da rivolgere solo ai caduti. Chi lo fa in piazza ad una manifestazione di centrodestra è una scimmia mitomane al servizio dei media".
"CasaPound non si candida più alle elezioni, noi siamo qui solo per dare un contributo di idee", ha detto Di Stefano, arrivando con gli altri militanti in piazza San Giovanni. "Io spero che Salvini sia il leader di un fronte sovranista piuttosto che del centrodestra", ha aggiunto Di Stefano, "noi vogliamo solo portare contenuti a questo fronte sovranista. Abbiamo un patrimonio di idee, che è già stato scopiazzato da altri, ma siamo qui per riproporlo".
Lerner accolto al grido di "buffone"
In attesa dell'arrivo dei tre leader (la scaletta degli interventi prevede prima il discorso di Silvio Berlusconi, poi di Giorgia Meloni e a chiudere Matteo Salvini), dai maxischermi vengono diffuse immagini con gli interventi di Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Giuseppe Conte, sonoramente fischiati dalla piazza, che intona anche cori al grido di "elezioni, elezioni" e "buffone, buffone". Lo stesso appellativo è stato riservato al giornalista Gad Lerner, una volta arrivato in piazza per raggiungere le postazioni riservate alla stampa. Una contestazione nei limiti rispetto a quanto avvenuto al raduno di Pontida, quando qualcuno gli gridò "ebreo".
Molte le bandiere di partito portate dai militanti: su tutte prevalgono quelle della Lega, ma ci sono anche le bandiere di FdI e Forza Italia. Alcuni militanti FdI sostengono striscioni issati da palloncini tricolori con su scritto "Mai con il Pd, mai con i 5 stelle, con Giorgia". E poi le bandiere autonomiste della Lega Lombarda, del Piemonte e il Leone di San Marco veneto, ma anche - ormai da anni immancabile in tutte le piazze - la bandiera sarda. Agli estremi del palco i gazebo di FI e Lega per la raccolta delle firme contro la sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Parla Berlusconi: "No al governo delle manette"
"Questa piazza è una cosa emozionante, che ci impone di lavorare insieme ed è con questo spirito che presento colui che per primo sconfisse Romano Prodi", ovvero Silvio Berlusconi. Così Matteo Salvini ha presentato il presidente di Forza Italia dal palco di piazza San Giovanni. L'intervento del Cavaliere, improntato al richiamo all'unità del centrodestra, è accolto con applausi e cori "Sil-vio Sil-vio". Non sono mancati però fischi e mormorii.
"Per vincere siamo tutti indispensabili: Lega, FdI, Fi", ha detto Berlusconi dal palco di piazza San Giovanni, "oggi i nostri numeri in Italia sono aumentati. Oggi se uniti conquisteremo certamente una grande vittoria quando finalmente ci faranno votare. L'Italia vuole essere governata da noi, non dalla sinistra".
"Siamo sicuri di vincere tutte le prossime elezioni Regionali, in Umbria, in Calabria, in Emilia e ovunque dove andremo a votare", ha proseguito, "siamo qui in piazza insieme perché solo se siamo insieme tutti uniti potremo cambiare la nostra Italia". "Cari amici oggi siamo qui dobbiamo rispondere a domanda di unità che viene dal nostro popolo. Questa è la nostra piazza, vedo sventolare insieme le bandiere di Forza Italia, FdI e Lega, e sono addirittura commosso vederle sventolare assieme alla bandiera d'Italia".
"Siamo qui a dire no al governo delle cinque sinistre, quattro in Parlamento", M5s, Pd, Italia viva e Liberi e uguali, e "con loro, e forse con più potere di loro, c'è la quinta, quella giudiziaria che non ha mai smesso di perseguitare gli avversari politici", ha proseguito il leader di Forza Italia, "io sono qui perché questa ultima minaccia sull'evasione fiscale" del carcere "e' gravissima e pericolosa per il nostro diritto alla liberta'. Siamo qui per dire no al governo più a sinistra della storia, per dire no al governo delle manette, del giustizialismo fuori controllo".
Meloni: "Difenderemo Dio, patria e famiglia"
"Noi difenderemo Dio, patria e famiglia, e fatevene una ragione". Quanto all'Europa, "la difenderemo dall'islamizzazione". Giorgia Meloni dal palco di piazza San Giovanni, dopo i malumori per la presenza degli stendardi della Lega sul palco, invita a "fare questa battaglia insieme oltre i confini dei singoli partiti senza egoismi e il nostro cammino sarà inarrestabile, Fratelli d'Italia è pronta e c'è e la parola data in politica conta, siamo qui a dimostrarlo".
E anche Salvini, presentandola, archivia la polemica: "I giornali hanno ricamato sul simbolo, è grande, è piccolo, provano a dividere questa splendida piazza ma non ci riescono. Ho la gioia di dare il benvenuto a una combattente per la liberta, l'amica Giorgia Meloni".
"Faremo opposizione dura e senza sconti al governo giallorosso", ha detto Meloni, "se servono i muri costruiremo i muri, se servono i blocchi navali li faremo ma per combattere gli ingressi clandestini serve un governo di centrodestra".
Meloni ha poi rilanciato il suo progetto di riforma costituzionale chiedendo alle altre forze di centrodestra, a "Silvio e Matteo" di firmare per la raccolta firme di Fratelli d'Italia: "Vogliamo una legge elettorale che dice che se prendi un voto in più governi 5 anni e vogliamo l'elezione diretta del Capo dello Stato e vediamo se ci arriva Romano Prodi che ci vuole mettere la sinistra. Vogliamo l'abolizione dei senatori a vita, vogliamo dire basta ai governi degli inciuci".
Salvini: "Al governo gente con le mani sporche di sangue"
"Io credo che chi davvero applica gli insegnamenti del Vangelo e della Bibbia sia colui che impedisce che" i migranti "si mettano in mano agli scafisti". Matteo Salvini dal palco di piazza San Giovanni tuona contro un governo dove "abbiamo gente con le mani sporche di sangue".
Salvini cita poi Einaudi sull'evasione e le leggi tributarie. E aggiunge: "L'unico modo per combattere l'evasione non è lo stato di polizia ma abbassare le tasse agli italiani. Solo un cretino può pensare di combattere l'evasione fiscale perseguitando i commercianti e le partite Iva".
Non mancano le stilettate contro gli ex alleati: "Quelli che gridano 'Onesta'' predicano bene e razzolano male, perché in Umbria sono alleati con quelli del Pd" finiti nello scandalo sanità. "Vi invito a portare pazienza. La calma è la virtù dei forti questi mesi ci servono per studiare, si vota in Umbria, in Calabria, in Emilia, in Toscana, in Veneto", ha detto il segretario leghista elencando tutte le prossime regionali fino al 2020, "italiani su la testa: le vinciamo tutte e nove e governo a casa".
"Grazie perché i protagonisti di questa giornata. Quello che rimarrà di questa piazza siete voi. Vi abbraccio uno per uno vedervi da qua è una emozione senza precedenti. Altro che estremismi, donne e uomini dal viso pulito. Popolo contro élite, il palazzo chiuso a Chigi e nella leopoldina, nel salotto Rousseau. Voi e noi cambieremo la storia di questo Paese", è l'appello del leader alla piazza, "noi al governo torneremo, torneremo, e questa piazza ce lo rappresenta, dalla porta principale senza trucco e senza inganno".
"Mi piacerebbe che, visto che vince sempre la squadra, l'abbraccio di questa piazza fosse anche per Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, perché insieme si vince". Così, con l'invito agli altri leader del centrodestra a salire sul palco insieme a lui, Salvini chiude il comizio sulla note dell'aria 'Nessun dorma'.