Domenica di grandi manovre nelle coalizioni e nei partiti in vista della settimana che inizia oggi e dell'incontro fissato per mercoledì o giovedì col presidente Mattarella. Domenica che ha dato indicazioni contraddittorie: Salvini malgrado giuri fedeltà alla coalizione con Berlusconi e Meloni si dice "fiducioso" di un accordo con Di Maio. Pd indisponibile a partecipare al "festival del gatto e del topo" centrodestra-M5s. E il partito di Grillo e Casaleggio ribadisce intenzione di parlare con Salvini e Martina pur ammettendo di non aver ancora fissato alcuna data.
Vediamo cosa succede nei tre schieramenti
Centrodestra diviso sulla strategia
"Andremo dal presidente della Repubblica e diremo 'siamo pronti', c'è un programma sul quale chiediamo i numeri che ci mancano". È con queste parole, come si legge su Repubblica, che Matteo Salvini sintetizza la posizione del centrodestra in vista del secondo giro di consultazioni del Colle per la formazione del governo. Una posizione comune per cui si deve partire da programma di centrodestra. Ma ci sono anche delle divergenze sul metodo: Forza Italia e Fratelli d'Italia sarebbero favorevoli a sottoporre un eventuale esecutivo di centrodestra alla prova dei numeri in Parlamento.
La Lega è contraria, malgrado fonti di entrambi i partiti assicurino che Salvini abbia mostrato aperture nell'incontro. Aperture smentite dal diretto interessato, che, pur ribadendo la sua disponibilità a un passo indietro a favore di un candidato terzo, ha comunque confermato che il centrodestra proporrà il suo nome nome per la premiership. "Chiederemo che il premier sia il sottoscritto ma non andremo in Parlamento al buio cercando voti come si cercano funghi nel bosco", ha spiegato Salvini a Treviso, dove il 'capitano' leghista ha poi confermato di "escludere" qualsiasi alleanza col Pd e si è detto contrario a qualsiasi "governicchio", anche "solo per cambiare la legge elettorale".
Movimento 5 stelle 'avverte' Salvini
A margine dell'iniziativa di Davide Casaleggio a Ivrea, il 'Sum', per ricordare il padre Gianroberto e co-fondatore di M5s, Luigi Di Maio aveva spiegato: stiamo a guardare le "evoluzioni" in corso negli altri movimenti ed era rimasto fermo sul doppio dialogo con Lega e Pd. Domenica ha confermato che, al momento, non sono in programma incontri con i vertici dei due partiti scelti come possibili interlocutori di Governo. Dopo che Salvini ha ribadito l'intenzione di restare con la Lega nel centrodestra, come si legge sul Corriere della Sera la risposta di Di Maio è arrivata con un duro post. Salvini rischia "l'irrilevanza", ha scritto Di Maio.
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Vada da Mattarella, è il consiglio, e gli chieda "l'incarico di governo" dimostrando come possa "governare con il 37%. Da noi la grande ammucchiata non avrà un solo voto". Se poi dovesse cambiare idea e governare per "il bene del Paese" faccia uno "squillo e gli diremo se siamo ancora disponibili a lavorare con lui", ha concluso.
Partito democratico 'indisponibile'
Se Salvini è pronto a i contrare Di Maio, Marizio Martina, reggente del Pd e unico ad aver finora annunciato la sua candidatura alla segreteria del partito, chiude la poeta in faccia al leader pentastellato. "Finitela con le vostre ambiguità, arrivate al punto", dice Maurizio Martina ospite a Che Tempo Che Fa su Rai1 rivolgendosi a Di Maio e Salvini. Poi ribadisce che "non vedo le condizioni per cambiare scenario se continua questo festival, tra loro, a chi fa il gatto e chi il topo".
Quindi come si legge su Huffington Post, aggiunge: "Dobbiamo essere coerenti con la sconfitta - ha detto Martina - Se avessimo avuto un consenso diverso lo scenario sarebbe stato altrettanto diverso. Ma la sconfitta è stata tremenda. Confermo l'indisponibilità a fare da soggetto protagonista a una vicenda tutta interna al M5s e centrodestra". Dunque "non possiamo sostenere governi di altri. Se la distanza con M5s è grande, con Salvini è maggiore". "Vedo che Salvini tutti i giorni dice che non governerà con il Pd - aggiunge -. Lo rassicuro, il Pd con Salvini mai. Stia sereno".