Gli 'sherpa' di Movimento 5 stelle e Lega sono al lavoro per chiudere il contratto di governo mentre continua lo stallo sul nome del premier che Sergio Mattarella attende insieme ai numeri della maggioranza che sosterrà l'esecutivo.
Fonti di entrambi i partiti dicono che sul nodo premier "tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo", ovvero la possibilità che a Palazzo Chigi vada Luigi Di Maio, Matteo Salvini o una figura politica "terza rispetto a M5s e Lega".
Però in serata di venerdì una nota di Giorgia Meloni, che ha incontrato il capo politico del M5s, rivela che Di Maio le avrebbe offerto dei posti nell'esecutivo qualora Fratelli d'Italia fosse pronta a sostenere la premiership dello stesso Di Maio, o di altro un esponente pentastellato.
Totonomi continuo
Sia M5s che Lega smentiscono che siano in partita i nomi circolati in questi giorni, ovvero Enrico Giovannini, Elisabetta Belloni, Giacinto Della Cananea, mentre il presidente di Fincantieri, Giampiero Massolo - stando ai M5s - potrebbe essere stato 'sondato' per guidare la Farnesina (dove l'ambasciatore è già stato Segretario generale).
Tra i 5 Stelle rimane il 'pressing sulla proposta - respinta nell'ora di colloquio da Salvini - che prevede il seguente schema: Di Maio premier, in cambio della parallela e ricca offerta ai 'lumbard' del ministero dell'Economia, del Viminale e della figura chiave del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A tale proposta i leghisti rispondono rivendicando Palazzo Chigi per Salvini o per il suo vice Giancarlo Giorgetti.
Il nodo premier entrerà nel vivo della trattativa domani. E saranno Salvini e Di Maio a chiudere la partita, se non nell'incontro previsto al Pirellone, a Milano, quantomeno domenica o al più tardi lunedì.
Il nodo del contratto
Sulla trattativa sui temi del programma, oggetto del cosiddetto 'contratto di governo alla tedesca', un leghista che ha partecipato al tavolo riferisce che c'è "convergenza ampissima" su molti temi. A dividere, la questione Ilva e soprattutto come affrontare l'emergenza immigrazione. Su quest'ultimo punto, M5s e Lega condividono l'approccio generale di necessità di un contenimento degli arrivi e di un miglioramento della gestione dei migranti, ma non condividono le soluzioni, con i leghisti che propongono la riapertura dei Cie mentre i 5 stelle sono contrari.
Sul fronte economico, invece, chi ha partecipato al tavolo riferisce convergenza sui sull'introduzione di una flat tax impostata al 15%, come dal programma della Lega, più una aliquota al 20% sopra gli 80 mila euro, come clausola di salvaguardia, a partire dal 2019.
Il calcolo per la pensione
Partirebbe invece subito quest'anno il cosiddetto 'decreto di pace fiscale' e il 'ritocco' della legge Fornero con una prima allocazione di 5 miliardi di euro e la proposta 'quota 100' (i lavoratori dovrebbero perfezionare almeno un'età anagrafica minima di 62 anni e 35 anni di contributi più il contestuale perfezionamento della quota 100 valore determinato, attraverso la somma dell'età anagrafica con quella contributiva). Registrate convergenze, infine, anche sui temi della legittima difesa e dell'autonomia (da ricordare che i 5 stelle furono i promotori del referendum lombardo attuato dal governatore leghista Roberto Maroni).
I numeri della Lega
La Lega lavora a puntellare i numeri al Senato. Insiste sulla necessità di far entrare FdI in maggioranza e ha contattato gli autonomisti a Palazzo Madama e gli eletti nelle circoscrizione estere. Le trattative sul programma vanno avanti, ma a molti parlamentari della Lega non sarebbe piaciuta la mossa di Casaleggio di voler sottoporre all'approvazione del voto on line il contratto di governo. "I grillini non hanno cultura politica, non hanno il senso delle istituzioni", si lamentano alcuni deputati.
Per i leghisti, la soluzione all'impasse si starebbe cercando attorno a uno schema che prevede che la premiership vada a una figura terza, Salvini e Di Maio entrino al governo in posizioni speculari, all'Interno e agli Esteri. In via Bellerio i nomi che si fanno per i ministeri sono quello di Giulia Bongiorno o Nicola Molteni alla Giustizia, Lorenzo Fontana alla Difesa, Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio o ministro dell'Economia, Alberto Bagnai all'Istruzione.