Tensione alle stelle tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sulla vicenda dei fondi della Lega, dopo i nuovi sviluppi di indagine che coinvolgono il tesoriere del partito di via Bellerio, Giulio Centemero. Prima l'affondo di Di Maio, che invita l'altro vicepremier a "non minimizzare", poi la stoccata dei capigruppo pentastellati agli alleati di governo: "Siamo certi che la Lega fornirà ulteriori chiarimenti sul caso Centemero. E ci auguriamo che Salvini non minimizzi la vicenda", affermano Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, che sottolineano le 'differenzè e tengono a segnare una sorta di distanza tra il Movimento e il partito di Salvini.
"Una cosa è doverosa dirla - ricordano - da sempre ci battiamo contro i finanziamenti 'illeciti' ai partiti, perché in un Paese civile non devono esserci interessi esterni a influenzare l'attività delle forze politiche presenti in Parlamento". Un attacco che colpisce nel segno la Lega, e trapela grande irritazione.
Ma l'invito di Salvini ai suoi è stato quello di non replicare. A rispondere ci pensa, dopo ore, il leader e vicepremier in persona che, da Gerusalemme, non nasconde il fastidio: "A volte cadono le braccia...". Quindi, ostentando tranquillità, aggiunge: "Non commento le azioni della magistratura e non minimizzo. Stanno cercando milioni di euro in Lussemburgo e in Italia, che non ci sono: spero la magistratura faccia in fretta. Sono assolutamente sereno, felice e tranquillo", garantisce.
Poi, però, i 5 Stelle alzano il tiro ed è lo stesso Di Maio a rilanciare: "Mi fa piacere che Salvini non minimizzi la vicenda, perché noi non la minimizziamo. Gli chiederò chiarimenti". Il vicepremier pentastellato poi conclude: a breve diventerà legge il disegno di legge anticorruzione, che contiene "una norma rivoluzionaria che farà in modo che d'ora in poi tutte le forze politiche possano portare avanti il metodo del M5s nella raccolta fondi: trasparenza su tutti i fondi, da chi li prendi e come li spendi. Perché questo è fondamentale non solo per la legalità ma per la trasparenza nei confronti dei cittadini".
L'irritazione è palpabile tra i parlamentari leghisti, non solo per le dichiarazioni degli alleati ma anche per il messaggio che il Movimento 5 stelle vuole far passare. Ovvero, "mandare il segnale che loro sono i puliti e noi i corrotti, adesso basta. Se siamo maggioranza occorre andare avanti insieme", è il ragionamento di un big della Lega. Giovedì dovrebbe essere approvato dal Senato lo 'Spazzacorrotti' e i 5 stelle si preparano a scendere in piazza nei gazebo prima di Natale, ma la Lega non ha intenzione di prestare il fianco all'alleato di governo su questo tema. "Non ci spostiamo di una virgola, non arretriamo di un passo. I giudici non troveranno nulla", è la linea spiegata da un esponente di primo piano del partito di via Bellerio.
E c'è la convinzione che la mossa dei 5 Stelle nasconda in realtà la difficoltà che sta attraversando il Movimento dopo l'interlocuzione aperta da Salvini con le imprese e il calo di consensi nei sondaggi. Per ora non c'è alcuna contromossa allo studio, viene spiegato, ma l'irritazione leghista è legata anche al diverso comportamento nei confronti di Di Maio e della vicenda relativa al padre.
"Noi - si lamenta un senatore della Lega - siamo andati in tv a difenderlo, loro ci attaccano". Caustico il commento di Matteo Renzi: "Oggi Di Maio si è svegliato e ha detto che Salvini deve restituire 49 milioni di euro. Se ne è accorto dopo sei mesi. Secondo me lo ha fatto perchè vede che i sondaggi vanno male. Tutti i giorni si beccano, hanno bisogno di una terapia di coppia, quei due", conclude l'ex premier.