Il Movimento Cinque Stelle dedica la prima giornata di riflessione, dopo lo stallo registrato alle consultazioni, per ricaricare le batterie, riscoprendo le sue radici, aprendo al neolaborismo e rivendicando la propria alterità rispetto agli altri partiti. Che sono quelli con cui dovrà confrontarsi, a partire da lunedì, e ai quali invia segnali di disponibilità.
I forni restano due, come in altre fasi della storia patria, ma quasi a controbilanciare la discesa nel campo delle forze che vogliono il governo, i vertici e tanta parte della base si ritrovano ad Ivrea, terra che evoca con il suo nome la computeristica degli anni ruggenti di Olivetti, ed anche una via diversa al capitalismo. È la seconda edizione del Sum, questa. Ma, a differenza della prima, questa volta il Movimento deve proporsi come forza che parli a tutto il Paese. Dopo aver abbandonato i vaffa.
Di Maio ribadisce il punto
Il contratto di Governo "si può fare con il Pd o con la Lega. Noi siamo pronti", ribadisce intanto Luigi Di Maio, sottolineando di guardare alle evoluzioni in corso negli altri due schieramenti non senza interesse. Interesse reciproco, perché in questa fase nessuno – nonostante gli ukaze reciproci – ha davvero interesse a passare per quello che pone i veti: sarebbe la via migliore per restare esclusi da tutto. "Oggi io sono molto fiducioso di arrivare ad un contratto di governo, sappiamo che sia da una parte che dall'altra ci sono delle evoluzioni e le attendiamo", rassicura il candidato premier dei grillini. Che così intende mantenere il ruolo centrale che ha ritrovato con l’intervista di oggi a Repubblica.
Un giorno al governo, ma oggi è ancora lotta
Lavoro e reddito di cittadinanza: due dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle sono ancora tra i pilastri linea politica, e lo si capisce a questo Sum tenuto nel ricordo di Gianroberto Casaleggio.
Uno degli interventi interrotti più spesso dagli applausi. Non a caso, è quello del filosofo Diego Fusaro. La platea di parlamentari e iscritti al movimento si accende sui temi evocati dal saggista marxista: "Il futuro è del popolo, la massa di sconfitti della mondializzazione, la classe lavoratrice, quella dei piccoli imprenditori", attacca il pensatore torinese, classe ’83. Tocca i suoi temi più cari, quelli del lavoro, della necessità di sconfiggere la globalizzazione, il "turbo capitalismo apolide che ha polarizzato la nostra società, tra ricchi che vivono di rendita e masse pauperizzate", attacca la sinistra "demofobica", neologismo che usa per indicare la lontananza dei partiti di sinistra dal popolo.
La platea delle Officine H di Ivrea applaude lungamente. In questi spazi fino alla fine degli Novanta Olivetti produceva computer e stampanti, impiegando migliaia di persone. Oggi sono il simbolo, insieme all’intera città di Ivrea, di un passato industriale d’eccellenza schiacciato dalle sfide del mercato globale, e di un futuro da ricostruire.
Ma è anche il procuratore Nino di Matteo, che attacca le collusioni fra potere e mafia, potere e corrotti ad ottenere la standing ovation. "È ormai evidente il grado di compenetrazione fra la mafia e il potere, anche politico, istituzionale che alcune vicende processuali, racchiuse in sentenze anche definitive, rendono plasticamente. Mi riferisco fra le altre alle vicende Andreotti, Contrada, Dell'Utri, Cuffaro, ai processi per le stragi del '92, del '93. Verità scabrose sono rappresentate in sentenze della corte di Cassazione", dice. M5S d’annata, viene da pensare.
Casaleggio chiude pensando al futuro
"Oggi abbiamo visto qualcosa di lontano dalla politica di tutti i giorni. Oggi non è una giornata per capire che cosa dobbiamo fare domattina", ma quello che va fatto "nei prossimi 5 anni", conclude Davide Casaleggio quasi a ribadire che Roma è lontana, con i suoi palazzi e le sue liturgie. Bisogna allora "riuscire a identificare quali sono i punti di arrivo che vogliamo raggiungere. Per questo è importante discutere". Perché domani è un altro giorno, e domani bisogna riprendere a discutere la formazione del governo. Con gli altri partiti.