La parola d’ordine è ‘mai in un gruppo sovranista con la Lega’ dopo le Europee. Ma i numeri, per adesso solo virtuali, segnalano una situazione di incertezza per il M5s sul fronte alleanze. Per formare un gruppo parlamentare a Strasburgo sono necessari almeno 25 eurodeputati di 7 diverse nazionalità. Pena scomparire dai radar politici dell’Europarlamento.
I deputati senza casa infatti non confluiscono in un gruppo parlamentare ‘misto’, ma risultano ‘non iscritti’. Questo, anche se formalmente il regolamento dell’Eurocamera non lo impedisce, li lascerebbe fuori da tutti i giochi. E’ di fatto impossibile che un deputato senza gruppo possa avere una carica di presidente o vicepresidente di Commissione o che possa diventare relatore o relatore ombra di un provvedimento.
Inoltre, non mettere in piedi un gruppo parlamentare comporta anche un taglio drastico dei fondi: gli unici finanziamenti ottenuti dai deputati ‘apolidi’ è quello per il segretariato.
Quando mancano poco più di tre mesi al voto di maggio, i sondaggi evidenziano non pochi problemi per il Movimento. Al momento, al di là dell'incognita politica ed elettorale (e perfino simbolica) dei Gilet Gialli francesi, sono quattro i partiti con cui Luigi Di Maio ha stretto un accordo: i croati di Zivi Zid, i greci di Akkel, i polacchi di Kukiz '15 e il movimento finlandese Liike Nyt.
A parte i croati di Zivi Zid che secondo la rilevazione pubblicata dall'Europarlamento arriverebbero sopra il 12% portando due deputati in Europa, il resto degli alleati del M5s non avrà alcun eletto a Strasburgo. Per i polacchi sono previsti zero seggi, mentre i greci e i finlandesi non sono rilevati: entrambi infatti sono movimenti nuovi che non hanno mai passato il vaglio delle urne. Per i primi, il test sarà il voto per le elezioni politiche in Finlandia del 14 di aprile, un mese e mezzo prima di quello europeo.
Fonti pentastellate all'Europarlamento invitano a guardare i sondaggi con cautela e citano altre rilevazioni come quelle di Europe Elects e di Politico, secondo cui il partito polacco avrebbe invece tra il 7% e il 10%. Inoltre le stesse fonti sottolineano che i contatti con movimenti nuovi a livello europeo vanno avanti.
'Non c'è nessun piano B - spiegano le fonti - stiamo lavorando da mesi per formare un gruppo politico omogeneo che vuole rilanciare la Ue, non affossarla come vorrebbe fare qualcun altro. Siamo sicuri di arrivare già al 26 maggio con almeno 7 alleati o comunque formare un gruppo subito dopo che il Parlamento si sarà formato. Quello che è certo - assicurano - è che non staremo mai in un gruppo sovranista, perché né i vecchi partiti né i sovranisti danno le risposte giuste di cui l'Europa ha bisogno'. Mai con la Lega, dunque. In attesa dei numeri.
Ipotesi che anche a Roma confermano. Un gruppo unico con il M5s per le prossime elezioni europee? "Assolutamente no", scandisce Matteo Salvini. "Abbiamo già i nostri alleati a livello internazionale, dalla Francia alla Germania alla Polonia: come Lega siamo centrali, l'Europa deve fare poche cose e farle meglio".
L'ipotesi, avanzata in questi giorni dal leghista Borghi è respinta ufficialmente anche dal Blog delle stelle. "Non esiste e non è mai stata presa in considerazione l'idea di entrare nel gruppo della Lega e Le Pen o in altri gruppi che propongono da decenni la stessa vecchia ricetta", si legge. "Noi infatti non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall'Europa, ma di dare nuova vita al sogno europeo occupandoci dei bisogni dei cittadini e abbandonando definitivamente l'era dell'austerita'".