Mentre infuria la polemica tra Leoluca Orlando e Matteo Salvini, con il sindaco di Palermo che 'sospende' il decreto sicurezza, vicepremier Luigi Di Maio ha richiamato all'ordine tutti gli esponenti di M5s sull'applicazione della legge."Se c'è qualche membro della maggioranza a disagio", ha detto il vicepremier da Alleghe, "si deve ricordare che fa parte di una maggioranza che quel decreto lo ha votato, di un governo che lo sta applicando, che lo sosteniamo e che chi prende parte in questo momento a questa boutade prende parte a una boutade politica per far sentire un po' di sinistra chi con la sinistra non ha più nulla a che fare".
"Quello che si sta creando intorno a questa vicenda è un' occasione di campagna elettorale", ha aggiunto, "così come i sindaci che dicono se aprire o chiudere i porti. Vorrei ricordare che non hanno nessuna autorità per legge per dire se e quando aprire e chiudere i porti e quindi questo dimostra che tutte queste dichiarazioni fanno parte di una grande occasione per fare un po' di campagna elettorale e chiedere un po' di voti ai cittadini".
"Nessun contrasto tra Conte e Salvini"
Di Maio si riferisce in particolare a quanto scritto su Facebook dal senatore Matteo Mantero, vicino alle posizioni di Roberto Fico: "Ecco quello che si ottiene emanando un decreto incostituzionale e stupido, a solo scopo propagandistico, che auspicabilmente sarà smontato dalla Consulta: creare illegalità dove non c'era, ridurre l'integrazione peggiorando le condizioni di vita di italiani e stranieri, far fare bella figura ai sindaci del Pd che hanno contribuito a creare il falso problema dell'immigrazione e ora passano per i paladini dell'integrazione. Filotto insomma..."
Quanto alle indiscrezioni circolare su presunti contrasti tra il premier Conte e Matteo Salvini, Di Maio ha frenato: "Io non ho notizie che qualche membro del governo si stia opponendo ad un incontro tra l'Anci e il presidente del Consiglio. Anche perché ricordiamo che l'Anci ha al suo interno comuni a favore del decreto sicurezza, tra cui anche i nostri sindaci, che lo applicheranno e alcuni che invece non vogliono applicarlo".
La Regione Toscana ricorre alla Consulta
Contro il decreto sicurezza la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale, annuncia il governatore toscano, Enrico Rossi: "La materia sanitaria, assistenziale e l'istruzione sono anche materia concorrente su cui le Regioni, per il titolo V della Costituzione, hanno potere di legiferare. Sopra le leggi dello Stato e delle Regioni c'è poi il pronunciamento della Corte Costituzionale".
Con il governo è invece Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni si dice "pronta a denunciare in procura i sindaci che si rifiutano di applicare la legge e dare piena attuazione al decreto sicurezza". "In Italia la legge è uguale per tutti, anche per i sostenitori dell'immigrazione incontrollata", aggiunge Meloni su Twitter.