"Vi confesso che negli ultimi giorni le provocazioni subìte sono state tante, ma il Movimento 5 Stelle resta disponibile ad andare avanti per altri 4 anni. Con senso di responsabilità e consapevolezza". Lo scrive su Facebook il vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio, che prosegue: "C’è molto da fare, come la nostra proposta di legge per introdurre un salario minimo in Italia e fissare una soglia di 9 euro lordi l’ora al di sotto della quale non si può scendere. Una misura che aiuterebbe ben 3 milioni di italiani tra cuochi, barman, magazzinieri e camerieri. È nel contratto di governo e, appunto, si deve fare!".
Per il ministro ieri , sui migranti, "c’è stata la dimostrazione che quando il governo gioca da squadra segna il punto. Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l’Italia, ma l’Europa! La giornata di ieri mi auguro faccia riflettere qualcuno. Se quando nasce un problema il tuo primo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c’è qualcosa che non va. In un governo ci si siede al tavolo tutti insieme e si lavora. Per il Paese. Questo ci chiedono gli italiani!".
Infine Di Maio, oltre al salario minimo propone "una riduzione del cuneo fiscale che permetta alle nostre imprese di ripartire. Dobbiamo puntare alla crescita e dobbiamo farlo sapendo che i numeri non si possono ignorare. Il Decreto Dignità, che ha fatto segnare un aumento dei contratti a tempo indeterminato del +300% in un anno, ne è la dimostrazione.
Meno slogan, più concretezza. E l’Italia ce la fa!".
"Ci auguriamo che dopo il caso Siri la Lega non perda la testa - ha continuato Di Maio - Comprendiamo la loro difficoltà di ritrovarsi, dopo nemmeno 10 mesi di legislatura, un proprio sottosegretario indagato per corruzione in un’inchiesta dove c’è anche la mafia, ma questo non giustifica certi atteggiamenti. Non siamo dei bambini, siamo dei ministri e veniamo pagati per costruire un futuro al Paese, non per lamentarci".