Che cos'è e cosa dice il testo della Legge Severino che aveva portato alla incanidabilità di Silvio Berlusconi, riabilitato l'11 maggio dal tribunale del riesame di Milani.
Dalla sua introduzione nell'ordinamento giuridico italiano, la legge Severino ha regolamentato alcune aree della politica italiana e della Pubblica Amministrazione.
La norma, scrive il sito Politicanti, rifà alla Legge numero 190 del 6 novembre 2012 e prende nome di “Legge Severino” per l'ex Ministro della Giustizia, Paola Severino, che all'interno dell'Esecutivo di Mario Monti ne ha scritto i decreti attuativi.
Tuttavia la legge 190/2012 non è nata con il Governo Tecnico, bensì con il IV Governo Berlusconi all'interno del quale fu Angelino Alfano a dargli vita. Tuttavia, dopo la caduta dell'ultimo Governo Berlusconi, fu l'Esecutivo Monti a portare avanti e ad attuare, con diverse modifiche, la legge in oggetto.
La Legge Severino è stata attuata dopo le stime che l'Unione Europea e l'OSCE avevano stipulato sulla corruzione in Italia, un fenomeno che danneggiava la penisola per 60 miliardi di euro l'anno e la stessa Europa sul 1% del Pil.
Dopo i dati divulgati dall'Unione Europea, che classificavano l'Italia come il terzo paese OSCE più corrotto, l'allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano cominciò a lavorare alla Legge Severino.
Il testo della legge 190/2012 è stato reso definitivo dal Governo Monti dato il lungo iter legislativo a cui è stata sottoposta dal 2010 al 2012.
Si aspetta la sentenza della Corte di Strasburgo, che dovrebbe arrivare nel corso del 2018, per capire se l'effetto della legge Severino su Silvio Berlusconi ha rispettato il principi dei diritti dell'uomo.
Anticorruzione, concussione, ineleggibilità, sospensione, decadenza e incandidabilità sono i temi centrali su cui si concentra la Legge Severino, nonché i decreti attuativi messi in atto dall'ex Ministro della Giustizia Paola Severino.
Anticorruzione: l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) attua le sue competenze per la prevenzione alla corruzione in Italia.
Concussione: chi viene condannato per questo reato sarà non idoneo per eventuali cariche nella Pubblica Amministrazione nonché per cariche politiche.
Ineleggibilità: ineleggibili e non candidabili coloro che sono stati condannati a più di due anni di reclusione per i reati punibili almeno fino a quattro anni.
Sospensione: ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica basta anche una condanna non definitiva per l'attuazione della sospensione che può durare per un massimo di 18 mesi.
Incandidabilità: regola l'incandidabilità per le cariche nel Parlamento italiano, nel Parlamento Europeo e negli enti locali per tutti coloro che hanno condanne legate alla corruzione.