Riparte tra le tensioni l'iter in commissione Affari costituzionali della Camera sulle modifiche alla legge che regola l'acquisizione della cittadinanza italiana per gli stranieri. Sono tre i testi per ora all'esame: la proposta di legge a prima firma Laura Boldrini che mira ad introdurre lo ius soli; la proposta della forzista Renata Polverini, che invece punta esclusivamente sullo ius culturae, e la proposta di Matteo Orfini - il cui testo definitivo deve essere ancora presentato - che introduce uno ius soli 'temperato' accanto allo ius culturae.
Ma la strada è piena di ostacoli, soprattutto all'interno dei giallorossi, divisi sulla priorità da assegnare al provvedimento. E il clima diventa subito rovente, con Fratelli d'Italia pronto alla battaglia pur di impedire che si approvi una legge sulla cittadinanza. Acque agitate anche dentro Forza Italia, che di fatto disconosce l'iniziativa di Polverini ("la linea del partito è contro una legge sulla cittadinanza"), la quale a sua volta accusa gli azzurri di aver messo in atto un "grave ostruzionismo" nei suoi confronti e per questo si autosospende dal gruppo. Ma è soprattutto all'interno della maggioranza che il clima non promette per il meglio: mentre Pd e Leu spingono affinché si dia una sorta di corsia preferenziale al provvedimento, considerandolo una tra "le priorità" (non tutti i dem, però, concordano), per i renziani bisogna essere pragmatici: siamo pronti a votare lo ius culturae ma solo se ci sono i numeri. Insomma, nessuna battaglia di bandiera, viene ribadito.
Del resto, lo stesso Matteo Renzi giorni or sono aveva detto: "Se non ci sono i numeri prendiamone atto, non trasformiamolo in un tormentone". E, al momento, i numeri per un via libera non ci sono. Il Movimento 5 stelle - al cui interno però coesistono sensibilità variegate sul tema - infatti frena e mette le mani avanti: "Su una materia così delicata devono esprimersi gli eletti su Rosseau". E, comunque, "per noi non è una priorita'", è il refrain, sulla scia di quanto già detto dal leader Luigi Di Maio. Di diverso avviso l'area pentastellata che fa riferimento al presidente della Camera: riconoscere lo ius culturae sarebbe un atto di civiltà, viene osservato.
Il presidente della commissione, Giuseppe Brescia - che è anche relatore - nel far ripartire l'iter ha espresso l'auspicio che "alle legittime istanze sapremo dare con convinzione risposte di buonsenso". Ma a tutti è chiaro, nella maggioranza, che si dovrà procedere senza forzature né accelerazioni, pena l'affossamento di ogni iniziativa. Dunque, meglio andare avanti con cautela, viene spiegato, partendo da un ampio ciclo di audizioni. Lo stesso Brescia, del resto, ha chiarito che prima dello ius culturae la commissione dovrà occuparsi di altri temi, tra cui il conflitto di interessi.