"Non escludo che la Lega voti a favore di Ursula Von der Leyen alla Presidenza della Commissione Ue. Le sue parole sugli accordi di Dublino ci sono piaciute molto". Il neo ministro per gli Affari europei, il leghista Lorenzo Fontana, mette il sigillo sulla virata della Lega verso la popolare tedesca Von der Leyen alla guida della Commissione Ue, in vista del voto dell'Europarlamento previsto per martedì 16 luglio.
Si tratta di un passaggio politico importante, se pensiamo alla campagna elettorale condotta dai partiti dell'estrema destra europea: Lega, Le Pen, Fpoe, Pvv, Alternative fuer Deutschland, Veri Finlandesi, Partito del popolo danese. E' difficile però pensare che anche Le Pen e AfD votino per l'esponente Cdu. Si potrebbe quindi profilare una spaccatura del gruppo 'Identità e democrazia', che comunque incontrerà Von der Leyen prima del voto.
Nel manifesto di Milano Matteo Salvini immaginò "un'Europa completamente diversa rispetto a quella governata dai Popolari e dai Socialisti". Se Von der Leyen riceverà la fiducia dell'emiciclo di Strasburgo, la Ue avrà una popolare tedesca alla Presidenza della Commissione, un socialista italiano (il dem David Sassoli) al vertice dell'Europarlamento, una francese di scuola Ump e Fmi (Christine Lagarde) alla guida della Bce.
Le ragioni dell'apertura
Cosa ha spinto la Lega a cambiare posizione? Sicuramente ha contribuito la pressione del premier Conte. L'Italia vorrebbe un portafoglio di peso nella prossima Commissione Ue. Gli occhi sono puntati sul Commissario alla Concorrenza, ma si parla anche dell'incarico per Commercio, Industria e Artigianato. Il nome in pole position resta quello dell'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che però si è finora dichiarato non interessato. È certo però che nelle ultime ore si sono intensificati i contatti e gli incontri riservati tra Giorgetti e il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa dal 2016.
Incontro "positivo" tra M5s e la candidata
Il Movimento 5 Stelle, altra gamba della maggioranza italiana, ha ieri incontrato Von der Leyen. Tiziana Beghin, capodelegazione degli eurodeputati pentastellati, ha definito la riunione "positiva". Von der Leyen "ha puntualizzato alcune priorità del suo impegno che sono anche le nostre", ad esempio sul salario minimo europeo. Beghin conferma che il Movimento 5 Stelle non dà il sì per scontato e deciderà dopo "una riflessione con il premier Conte". Difficile però ipotizzare che il gruppo M5s a Strasburgo non dia ascolto alle indicazioni del Presidente del Consiglio.
Esclusa l'ipotesi di un rinvio a settembre, la conferenza dei capigruppo del Parlamento europeo ha deciso che l'assemblea si esprimerà martedì prossimo per eleggere o bocciare la ministra tedesca come prossimo presidente della Commissione europea. Von der Leyen prenderà la parola alle 9, pronuncerà il suo discorso programmatico e assistera' al dibattito fino a fine mattinata. I gruppi avranno ancora diverse ore per elaborare le ultime mosse, il voto infatti è fissato per le 18.
Von der Leyen ha bisogno di una maggioranza di 374 voti per essere eletta. Gli eurodeputati infatti (751 sulla carta) sono in realtà 747, considerato che non vengono conteggiati i tre eurodeputati catalani non ancora 'vistati' da Madrid e una deputata danese che sarà proclamata solo dopo l'estate. Il voto è segreto e non ci sarà spazio per le astensioni: il non voto sarà di fatto considerato un voto contrario.
Chi è Ursula Von der Leyen
Sessantuno anni, medico, di sangue blu (discende da un barone di Brema diventato ricco commerciando con la Russia alla fine dell'ottocento), Ursula Von der Leyen è madre di sette figli, luterana praticante. Decisamente europea, visto che è nata a Ixelles ed è cresciuta nella capitale dell'Europa, parla tedesco, francese e inglese. Merkel la scelse come ministro per la Famiglia dal 2005 al 2009: lottò contro la pornografia online e fu la madre dell'Elternzeit, il congedo parentale per i papà.
Dal 2009 al 2013 fu ministro per il Lavoro, da dove approda al vertice della Difesa tedesca. Von der Leyen è sempre stata una federalista convinta: "La mia aspirazione - disse in una intervista - è arrivare agli Stati Uniti d'Europa: immagino l'Europa dei miei nipoti non come una Unione sfilacciata di Stati intrappolati nei loro interessi nazionali". Un concetto agli antipodi del sovranismo.