La procura di Genova chiede di sequestrare 49 milioni di euro (per la precisione 48.969.617 euro) alla Lega Nord. La notizia, diffusa dalla stampa nei giorni scorsi, è confermata anche da Giulio Centemero, il tesoriere della Lega Nord che, intervistato dal sito web Linkiesta, ammette che “per il partito sarebbe un bel problema”, ma nega decisamente che potrebbe portare la Lega alla bancarotta: “Ce la siamo sempre cavata e saremo in grado di trovare una soluzione anche stavolta”.
Come nasce la richiesta di 49 milioni
La richiesta, su cui nei prossimi giorni il tribunale di Genova dovrà decidere, è partita dalla procura un mese dopo la condanna a due anni e mezzo dell’ex segretario Umberto Bossi e a 4 anni e dieci mesi dell’ex tesoriere Francesco Belsito per truffa ai danni dello Stato (fra il 2008 e il 2010 chiesero e ottennero decine di milioni di rimborsi pubblici per attività politiche mai fatte). Il Tribunale aveva anche deciso per una confisca di 49 milioni di euro alla Lega (contro i 56 richiesti dalla procura), ma solo dopo il terzo grado di giudizio. Ora, però, nel timore che quella cifra non venga mai recuperata, il pm di Genova Paola Calleri, titolare del fascicolo, ha chiesto il sequestro cautelativo con il blocco dei conti bancari e dei patrimoni immobiliari del partito.
Cosa potrebbe succedere alla Lega
Se i giudici si pronunciassero a favore della richiesta della procura, come scrive Matteo Indice sul Secolo XIX, “non è difficile capire quanto potrebbero essere drastiche le ripercussioni sui bilanci leghisti: il 2016 è stato chiuso con un rosso da un milione, 164 mila euro di depositi bancari e 436 di ‘valori in cassa’. E l’eventuale sequestro si profila come una specie di spada di Damocle perenne fino al tetto fissato dai magistrati, laddove anche in futuro dovesse spuntare un po’ di liquidità”.
Nella sua analisi politica, Gianluigi Paragone (già direttore de ‘La Padania’), sul Fatto Quotidiano scrive che se “fossimo nel gioco del Monopoli, Matteo Salvini sarebbe vicino al crac finanziario. In molti staranno pensando: ‘Bene, così impara a dare addosso ai clandestini, all’Europa, all’euro, ai poveracci eccetera eccetera’. In democrazia, però, non funziona così: le partite politiche si vincono o si perdono nell’urna”.
Campagna elettorale
Con quali soldi, dunque, la Lega finanzierebbe la campagna elettorale? Nell’intervista a Linkiesta, il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, indica la via: “Ci organizzeremo con raccolte di fondi ad hoc, i nostri militanti e Matteo Salvini hanno già dato prova di fare miracoli…”.
Se i giudici accogliessero la richiesta della procura, una via da seguire per evitare la bancarotta potrebbe essere quella di mettere in vendita i beni immobiliari del Carroccio. La Lega ha due società partecipate, spiega Centemero, “una di queste è proprietaria degli immobili: via Bellerio, il prato di Pontida, due vetrine nella periferia di Milano e poche altre realtà, ma non di pregio, perlopiù strutture acquistate nel passato e adibite a sedi territoriali del movimento”. Poi c’è “l’ex scuola Bosina di Varese (l’istituto gestito dalla moglie di Umberto Bossi, Ndr) che è stata ristrutturata e data in affitto”.
La sede di via Bellerio non si vende
Inevitabile, dunque pensare alla vendita della sede del partito. Ma di questa ipotesi il tesoriere di Salvini non ne vuol sentir parlare: “Via Bellerio non è in vendita. Abbiamo organizzato meglio la situazione, accentrando tutte le attività in un’unica palazzina. In questo modo siamo riusciti a contenere meglio i costi, dalla luce al riscaldamento. Sugli immobili la nostra è una gestione virtuosa”.