"La verità è che in trent'anni nessuno ha fatto niente per le imprese di questo Paese". A Repubblica oggi in edicola ha parlato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Questa la prima frase che dice nell’intervista. La seconda è se vogliamo anche più forte: “I vari governi della fine della prima e della seconda repubblica [non hanno fatto nulla]".
Export cresciuto il doppio della Francia
"Se dal 2007 al 2014 l’Italia ha perduto il 25% della propria base manifatturiera, la ragione è proprio questa”. Calenda paragona la crisi vissuta dall’Italia ad una ‘piccola guerra’. “Con la differenza che gli altri qualcosa hanno fatta. Ora scopriamo che nei primi sei mesi il nostro export è cresciuto il doppio della Francia e che la produzione industriale ha ripreso a correre”. Il governo Gentiloni, dice il ministro, sarebbe l’artefice di questo ritorno delle imprese al centro dell’agenda politica nazionale.
800 mila posti di lavoro recuperati
Secondo Calenda le imprese "hanno dimostrato di reagire positivamente alle riforme", come Industria 4.0, jobs act, sgravi fiscali. Ma “Nessuna euforia, la strada è ancora lunghissima. Ma c'è stato un recupero di 800 mila posti del milione e 100 mila perduti con la crisi. Il tema dell'occupazione rimane centrale”.
Macron fa come Berlusconi con Alitalia
Un passaggio ovviamente è dedicato alla questione Fincantieri: “La vicenda dei cantieri di Saint-Nazaire è esattamente sovrapponibile a quanto accadde nella campagna elettorale del 2008 con l'Alitalia. Anche lì c'era un accordo per vendere ad Air France, che saltò per ragioni elettorali. E abbiamo visto com'è finita. Quanto fatto dal governo francese non è segno di forza. E comunque a Macron noi abbiamo detto: non ci muoviamo di un millimetro".