Si chiama “insegnanti per la cittadinanza” ed è un appello, sottoscritto da oltre 4500 insegnanti, che mira ad affrontare nelle scuole il tema delicato dello Ius Soli e dello Ius Culturae. È stato lanciato dal maestro Franco Lorenzoni e dallo scrittore (finalista Premio Strega e Premio Campiello) e professore Eraldo Affinati, insieme ai rappresentanti delle più significative associazioni di insegnanti.
Il progetto mira al coinvolgimento non solo dei ragazzi, in aula e fuori, ma anche del personale scolastico, delle famiglie, dei movimenti attivi nel territorio. Un viaggio educativo lungo un mese: dal 3 ottobre, giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, al 3 novembre. Trenta giorni di mobilitazione che sarà portata avanti dagli educatori che, per essere riconosciuti, indosseranno un nastrino tricolore portatore di un messaggio ben preciso: “tutti i bambini che frequentano le nostre scuole devono essere considerati italiani qualunque sia la loro provenienza”.
Le critiche di Salvini
Ma non è un’idea che è piaciuta tutti. I docenti sono stati accusati di far propaganda e di portare a scuola una battaglia politica. L’attacco più duro è arrivato da Matteo Salvini che, condividendo un pezzo de Il Giornale, ha accusato i docenti di fare un vero e proprio “lavaggio del cervello”. Agi ha intervistato Antonio Itta, uno degli insegnanti citati all’interno del pezzo del quotidiano rilanciato dal leader della Lega Nord.
Il Giornale scrive: "Antonio Itta, anziché trasmettere nozioni su matematica, geografia o chissà che altro, ha letto ai suoi scolari il libro "La frontiera" di Alessandro Leogrande". Diamo una prima precisazione. Cosa insegna e in quale scuola?
Insegno lettere presso Scuola statale secondaria di primo grado di Corneliano d'Alba.
Perché ha scelto di aderire all'iniziativa "insegnanti per la cittadinanza"?
Perché la scuola è luogo di condivisione, convivenza, rispetto delle regole, è la comunità più bella e felice e in cui tutti ci si può sentire uguali. Gli insegnanti sono tra gli attori principali, quindi non si poteva ignorare l'iniziativa, soprattutto in questo momento.
Matteo Salvini vi accusa di aver usato la giornata di oggi per fare "il lavaggio del cervello a scuola”
Io non posso ignorare di avere alunni nati in Italia, che frequentano la nostra scuola, che rispettano i valori della nostra Repubblica, che leggono, scrivono, studiano, parlano anche meglio di altri 'ufficialmente' italiani, l'italiano, appunto; non posso ignorare, dicevo, che a loro non siano riconosciuti tutti i diritti di cui godono gli altri. Non ho voluto lavare il cervello a nessuno; semplicemente renderli consapevoli che l'uguaglianza non va solo sbandierata.
“Si insegna ai bambini che se non sei a favore dello Ius Soli, praticamente sei brutto, sporco, cattivo e anche razzista” dice Salvini. Come ha spiegato il tema dello "ius soli" in classe?
Che nessuno è brutto, sporco, cattivo e razzista finché sta lontano dai pregiudizi e dalla disumanità. Per questo, il diritto a sentirsi uguali in qualunque angolo della Terra passa anche da una norma che non priverà di nulla noi italiani, anzi!
Che risposte ha avuto dai ragazzi?
È inutile anche ripeterle: da piccoli nessuno è razzista, l'ho capito dal primo giorno di lavoro e loro lo dimostrano. Oggi lo hanno confermato.
Perché ha scelto di leggere il libro di Leogrande ai ragazzi?
Oggi è il quarto anniversario della strage di Lampedusa e quello straordinario e antiretorico libro di Leogrande dedica un capitolo a quella pagina la cui lettura ha 'gelato' i miei compagni di viaggio