Con il fiato sospeso, sin da ieri, in attesa della decisione della Corte costituzionale sul referendum che riguardava la legge elettorale, la politica stasera prende atto: il quesito è stato dichiarato inammissibile. E, aspettando le motivazioni della Consulta, è subito un effluvio di dichiarazioni, a partire da Matteo Salvini, leader della Lega, il partito che ha promosso l'iniziativa. "È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: cosi' e' il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica", tuona il 'capitano'.
Anche Forza Italia, con Maurizio Gasparri, non 'benedice' il pronunciamento della Corte: "La Corte Costituzionale continua a sfornare decisioni politiche, il diritto cede il passo alla restaurazione della sinistra, inquietante conferma referendum", scrive, infatti, il presidente della Giunta per le immunità del Senato.
Mentre Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini colgono l'occasione per invocare una proposta unitaria del centro destra sulla legge elettorale. "Dopo la bocciatura del referendum sul maggioritario all'inglese, il centrodestra deve proporre al piu' presto una proposta unitaria in grado di tutelare il principio della rappresentanza, ma anche di garantire la governabilita' che e' il presupposto basilare per garantire il funzionamento della democrazia", scrive, ad esempio Bernini.
E aggiunge: "Il ritorno al passato che la maggioranza vorrebbe imporre non puo' essere la soluzione, che va invece ricercata in un sistema misto maggioritario-proporzionale che incoraggi la formazione di coalizioni politicamente omogenee, senza obbligare il popolo a firmare una delega in bianco ai partiti".
Non così la maggioranza: parla di "una buona notizia anche per chi non ama il proporzionale", il commissario per gli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni. "Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento", sostiene il capo politico di M5s, Luigi Di Maio. "Anche la Corte Costituzionale boccia le pretese della Lega. Inammissibile il referendum chiesto da Salvini per avere la sua legge elettorale 'fai da te'. E anche per questa volta niente pieni poteri...", chiosa il questore pentastellato della Camera, Francesco D'Uva.
Per il Pd, con Marcucci e Parrini, "il castello di sabbia costruito da Salvini sulla legge elettorale, è venuto giù con la sentenza della Consulta". Ora, invitano, "la maggioranza vada spedita verso l'approvazione della proposta depositata alla Camera". "La Corte Costituzionale ha parlato e ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge elettorale proposto dalla Lega, e Salvini che fa? Attacca la Corte, urla vergogna, accusa Pd e 5S di essere attaccati alle poltrone. Cioé un politico, delegato dai suoi elettori al potere legislativo, attacca un supremo e indipendente organo dello Stato, che ha il dovere di giudicare solo in base alla Costituzione. Questa e' la Lega, attaccare sempre e comunque qualunque potere indipendente di una democrazia liberale che si fonda sull'equilibrio dei poteri", osserva il dem Emanuele Fiano.
Da Leu, con il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro, si sottolinea che la Corte "ha fatto una scelta giusta. Leu è stato l'unico gruppo parlamentare a costituirsi contro l'iniziativa referendaria e non possiamo quindi non nascondere la nostra soddisfazione per la decisione della Consulta. Un sistema elettorale fondato sul maggioritario modello inglese, infatti, avrebbe prodotto effetti devastanti nell'edificio costituzionale della nostra democrazia. Adesso c'è piu' tempo per approvare una nuova legge elettorale che persegua l'obiettivo di garantire un corretto equilibrio costituzionale tra la rappresentanza e la necessaria stabilita' delle istituzioni", viene notato.
Nel dibattito interviene anche il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D'Incà: "Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, noi continuiamo ad andare avanti per superare il Rosatellum e dare al Paese una Legge elettorale proporzionale con soglia alta che garantisca un sistema politico più coeso, Camere più rappresentative e governi più stabili".