Il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, in un'intervista a La Verità, ribadisce che non esiste un piano B di uscita dell'Italia dall'Euro e propone l'utilizzo dei 50 miliardi di avanzo con l'estero per un mega-piano di investimenti. "Preferisco parlare del piano A - ha spiegato al giornale diretto da Maurizio Belpietro - cioè della nostra azione di governo, di come l'Italia può restare nell'Ue e, di conseguenza, di come questa possa sopravvivere".
Il piano A, aggiunge, "si compone di due parti. La prima: quale politica economica il governo si prefigge di seguire? E la seconda: quali richieste rivolge all'Ue per realizzar e tali obiettivi".
Sulla politica economica del governo, Savona spiega che "l'Italia da tempo vive al di sotto delle proprie risorse, come testimonia un avanzo di parte corrente della bilancia estera. Tale avanzo non puo' essere attivato, cioe' non possiamo spendere, per l'incontro tra i vincoli di bilancio e e di debito dei Trattati euro".
"L'avanzo estero di quest'anno è al 2,7% del Pil, per un valore complessivo di circa 50 miliardi: esattamente ciò che manca alla domanda interna". Di fatto la proposta di Savona rappresenta un ribaltamento della posizione Ue. Secondo il ministro "sarebbe meglio se l'Ue proponesse, nel reciproco interesse, un piano di investimenti di tale importo, la crescita del Pil che ne risulterebbe potrebbe consentire un gettito fiscale capace di coprire allo stesso tempo la quota parte delle spese correnti implicite nelle proposte di Flat Tax, salario di cittadinanza e revisione della legge Fornero, senza aumentare né il disavanzo pubblico, né il rapporto debito pubblico/Pil su base annua". "Il problema è la cadenza temporale dell'operazione non la capacità di attuarla. Esiste una possibilità tecnica, occorre una volontà politica di rispettare tempi e dimensioni delle operazioni".
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