Il sogno dell'Ulivo non è tramontato. Il progetto di tenere unite tutte le anime riformiste (anche quelle che hanno preso strade diverse) deve rimanere inalterato.
E ogni mezzo per portare voti alla coalizione deve essere sfruttato. Nella sua Bologna Romano Prodi, dopo un'assenza durata nove anni, torna a parlare in un'assemblea politica per rilanciare il suo pensiero: la coalizione di centrosinistra deve essere forte perché "questo - dice - è il momento in cui si decide il futuro del Paese".
L'ex presidente del consiglio partecipa al lancio di Insieme, la lista coalizzata con il Partito democratico formata dal Partito socialista di Riccardo Nencini, dai Verdi di Angelo Bonelli e da Area civica di Giulio Santagata (prodiano di ferro). Un raggruppamento che porta avanti, sostiene, "la logica che era il mio sogno, quello di mettere insieme i diversi riformisti".
Una dichiarazione di voto che, se può essere letta come una presa di distanza dal Partito democratico di Renzi, lancia anche la volata a un movimento che porterà comunque consensi a largo del Nazareno. I voti a Insieme - secondo le regole del Rosatellum - confluiranno infatti al Pd se supereranno la soglia dell'1%, altrimenti andranno dispersi.
La 'discesa in campo' di Prodi sarà dunque utile sia per Insieme (se arriverà al 3% suoi candidati potranno accedere in Parlamento) che per la coalizione, e anche per rinsaldare quel concetto di unità tanto caro all'ex presidente del Consiglio che non dimentica neppure la piaga dell'astensionismo, ago della bilancia per il voto del 4 marzo. "Sono qui perché ritengo queste elezioni di una importanza particolare con questo allontanamento dei cittadini dai partiti", ammette infatti dal palco.
Un appello all'unità diretto a Liberi e Uguali
All'appuntamento di Bologna partecipa anche Paolo Gentiloni al quale Prodi esprime affetto e stima. Ricordando lo slogan della campagna elettorale del 2006 ('La serietà al governo'), il Professore elogia il premier: "Paolo sta rappresentando questo obiettivo: la serietà al governo, lo voglio ringraziare per il lavoro che sta facendo in un momento difficile, in cui abbiamo bisogno di mostrare un Paese sereno, con idee chiare, che riconosce i propri limiti e i propri meriti in Europa".
Prodi si rivolge anche agli "amici che sbagliano". Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema, confluiti in Liberi e uguali dopo l'addio al Pd. E con parole che suonano come un ennesimo appello (magari con lo sguardo rivolto a dopo il voto del 4 marzo) ribadisce: "Nei giorni scorsi mi sono pronunciato in modo sfavorevole verso gli amici della scissione, amici cari, ma che hanno indebolito fortemente questo disegno. È importante che la coalizione di centrosinistra sia unita. Serve un contributo plurale per la vittoria comune".