Il numero di residenti di origine straniera residenti in Italia è ormai identico a quello degli italiani espatriati, a quota 5,3 milioni. Il contributo degli immigrati al fisco supera i 3,2 miliardi di euro e questi pagano 600.000 pensioni a cittadini italiani, mentre a percepire assegni pensionistici è soltanto lo 0,3% degli stranieri residenti in Italia.
Conti in tasca, l'immigrazione sembra essere un vero e proprio affare per l'Italia, con un contributo netto per le casse dello Stato che oscilla tra 2,1 e 2,8 miliardi di euro l'anno. Questi i dati più salienti della 27ma edizione del Dossier Statistico Immigrazione, curato dai Centri Studi Idos e Confronti, presentato oggi in contemporanea a Roma, in tutte le regioni d'Italia e province autonome. Nonostante l'attualità e il dibattito politico si focalizzino su sbarchi e crescente presenza immigrata sul territorio nazionale, in realtà alla fine del 2016 i cittadini stranieri residenti erano appena 21.000 in più rispetto all'anno precedente.
200mila nati in meno in Italia, 250mila stranieri registrati all'anagrafe
A fronte di un deficit demografico italiano di poco più di 200.000 unità nel 2016, in Italia ci sono 250.000 cittadini di origine straniera che si sono registrati all'anagrafe. In aumento il numero di persone straniere che lo scorso anno hanno acquisito la cittadinanza italiana, in tutto 204.000, in possesso di tutti i requisiti previsti per legge, tra cui permesso di lungo soggiorno, residenza continua per almeno dieci anni, buona conoscenza della lingua italiana, autonomia economica e abitativa.
10% di matrimoni misti, 15% i nati da stranieri
Nel paese il 10% dei matrimoni sono misti e il 15% delle nascite sono straniere. Quasi un milione i bambini di origine straniera che frequentano scuole e università non hanno ancora ottenuto la cittadinanza italiana.La composizione multietnica e multireligiosa dell'Italia è ormai un dato di fatto. Da sfatare il mito dell''invasione islamicà: dal 2000 in Italia c'è una netta prevalenza di cristiani tra gli immigrati, che sono il 53%, con una prevalenza di non cattolici, mentre i musulmani sono solo un terzo. In costante aumento le imprese a gestione immigrate, in tutto 571.000, mentre gli stranieri rappresentano il 10,5% di tutti gli occupati. Questi imprenditori possono facilmente diventare "agenti dell'internazionalizzazione dei prodotti e servizi delle aziende italiane" nei paesi di origine. Infine le rimesse dei migranti, i risparmi privati dei singoli, rappresentano tre volte l'aiuto allo sviluppo su scala mondiale. "Pertanto, numeri alla mano non vale lo slogan aiutateli a casa loro" sottolineano gli autori del Dossier.