È ancora stallo sull'ex Ilva. Mentre ArcelorMittal tira dritto sul 'disimpegno' e i legali dell'azienda depositano l'atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all'acquisto, dell'ex Ilva, il governo fatica a trovare una linea unitaria sulle mosse da mettere in campo. Non ha infatti sortito effetti positivi su un possibile sblocco dell'impasse il vertice convocato in mattinata da Giuseppe Conte a palazzo Chigi, presenti molti parlamentari M5s pugliesi.
Nonostante la precisazione del Movimento, che nega attriti con il presidente del Consiglio sul tema dello scudo penale da reintrodurre per convincere ArcelorMittal a rivedere la sua posizione, dopo l'incontro filtra una certa tensione, con i pentastellati decisi a ribadire il 'no' all'immunità penale. E in serata il leader M5s, Luigi Di Maio, mette in chiaro: se qualcuno della maggioranza presentasse un emendamento per la reintroduzione dello scudo penale per ArcelorMittal a Taranto, "sarebbe un problema enorme".
Il riferimento è a Italia viva di Matteo Renzi, che in commissione Finanze della Camera ha presentato due proposte di modifica al decreto fiscale proprio sull'immunità penale (sia per l'ex Ilva sia erga omnes), mentre il Pd si dice pronto a votare a favore dello scudo, spiega il capogruppo Graziano Delrio, ma ricordando che il problema non è quello, piuttosto bisogna concentrarsi su come salvare i posti di lavoro e convincere l'azienda a sedersi al tavolo della trattativa. L'esponente dem invita quindi maggioranza e governo a parlare con un'unica voce.
Sul tavolo resta l'ipotesi di un coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, mentre sembra perdere quota l'ipotesi della nazionalizzazione, tra l'altro bocciata dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.
Tensioni sulla manovra
Altra 'spina' nel fianco dell'esecutivo la legge di Bilancio. Di fronte alla marea di emendamenti presentati al decreto fiscale collegato alla manovra (oltre un migliaio) e alle diverse prese di posizione delle singole forze di maggioranza su alcune misure, il premier ha deciso di riunire maggioranza e governo per fare il punto e concordare le proposte di modifica da portare avanti. Ma, soprattutto, per ricompattare i partiti che sostengono l'esecutivo e evitare future fughe in avanti.
Il vertice si terrà giovedì pomeriggio. Intanto, la maggioranza si appresta a muovere i primi passi sulla legge elettorale. Un primo incontro di maggioranza si terrà nel pomeriggio, ma difficilmente si arriverà già oggi a una proposta unitaria. L'accordo messo nero su bianco nel documento di impegni sottoscritto lo scorso ottobre prevede che una proposta sul sistema di voto venga presentata entro dicembre.