Autonomia e Tav sono solo due dei temi sul tavolo del governo. Sulla Torino-Lione i tempi sono stretti: a metà del prossimo mese si riunirà il consiglio di amministrazione di Telt, la società metà italiana e metà francese responsabile della realizzazione della infrastruttura. L'obiettivo della Lega è far partire i bandi di gara, anche per non perdere i finanziamenti Ue, per poi puntare ad una soluzione di compromesso: una mini-Tav.
E su questa 'exit strategy' il partito di via Bellerio sta cercando la sponda del premier Giuseppe Conte. Sul 'dossier' caro soprattutto ai governatori delle regioni Lombardia e Veneto i tempi potrebbero essere più lunghi, ma in ogni caso la Lega - riferiscono fonti parlamentari - si aspetta un passaggio significativo già prima delle elezioni Europee.
Oggi Matteo Salvini ha incontrato il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia. Secondo quanto è emerso entro questa settimana il responsabile del Viminale "riceverà un documento di sintesi finale che discuterà con il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio".
Salvini vorrebbe andare avanti con questa maggioranza, ma...
Di Maio e Salvini, riferiscono fonti ben informate, potrebbero incontrarsi a breve per un primo chiarimento. "Per noi - spiega un 'big' della Lega - è un problema non poter procedere su questi due fronti, serve dare un segnale soprattutto sullo sblocco degli investimenti". L'obiettivo di Salvini è quello di andare avanti con questa maggioranza ma senza una via d'uscita le cose si complicherebbero, ragiona un 'big' del partito di via Bellerio.
Conte punta proprio sullo sblocca-cantieri per abbassare le tensioni tra le forze che hanno contratto il programma di governo, anche se differenze si registrano anche sulle modifiche del codice degli appalti (domani la riforma sarà sul tavolo del Cdm). "Ho parlato con il ministro Danilo Toninelli - ha annunciato il premier -. Abbiamo concordato che andremo cantiere per cantiere".
A dividere le due forze politiche, tra l'altro, la questione delle nomine: per quanto riguarda l'Inps la Lega punta su Mauro Nori al posto di Francesco Verbaro, ma c'è anche il 'caso Fincantieri' da affrontare con i leghisti che vogliono la conferma di Bono.
Gli altri punti di frizione nella maggioranza
Distanze nella maggioranza si registrano anche su altri punti, dall'immigrazione (oggi alla Camera c'è stata battaglia sulle mozioni) a quello sulla giustizia, visto che la Lega si attende passi avanti sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. C'è poi da risolvere il nodo della sostituzione del presidente della Commissione Giustizia della Camera (per sostituire la dimissionaria Sarti si fa il nome di Francesca Businarolo, relatrice del ddl anticorruzione) ma un altro fronte potrebbe essere la legge di iniziativa popolare delle Camere penali sulla separazione delle carriere dei magistrati che FI vorrebbe portare in Aula al più presto (Salvini è un convinto sostenitore, M5s esclude ogni tipo di intervento) mentre sul tema dell'affidamento in prova i pentastellati stanno dialogando con l'azzurro Enrico Costa per trovare una soluzione.
La prossima settimana approderà nell'Aula di Montecitorio la legittima difesa: l'accordo tra Salvini e Di Maio tiene, ma un'ala dei pentastellati continua ad avere dubbi: la scorsa settimana c'è stato un incontro al quale hanno partecipato una ventina di deputati ("Gli stessi che si opposero sul decreto sicurezza", riferiscono fonti parlamentari M5s) per tentare di frenare il provvedimento. Lega e M5s si confrontano inoltre sul tema dell'acqua pubblica e sul taglio agli stipendi dei parlamentari.
Ma i fari sono puntati soprattutto sul reddito di cittadinanza e su quota cento: la Lega ha festeggiato il provvedimento sulle pensioni con dei cartelli al Senato ma nell'Aula di palazzo Madama questa mattina il vicepremier Di Maio era l'unico tra i componenti dell'esecutivo ad essere seduto tra i banchi del governo (i ministri Bongiorno e Centinaio hanno preferito sedersi con i colleghi di partito).
Un confronto è aperto anche sul 'capitolo Rai'. La Lega intende discutere con l'ad Fabrizio Salini il piano editoriale che andrà nel Cda il 6 marzo: no allo svuotamento dei poteri dei direttori di rete - la tesi -, no ad una linea troppo dirigista. In queste ore ci sono contatti per trovare una condivisione anche su questo tema.