Giovanni Tria rimane nella posizione che occupa da diversi mesi, già prima dell'avvio della sessione di bilancio: 'stabilmente in bilico' al Tesoro. E sarebbe da escludere al momento ogni ipotesi di rimpasto di governo. È il quadro che emerge all'indomani della conferenza stampa di fine anno, durante la quale per la prima volta Giuseppe Conte ha risposto a una domanda sul tema, spiegando che, se le forze politiche ne sentiranno la necessità, sarà valutata una ipotesi che al momento rimane di "terzo, quarto, quinto grado". Dopo le smentite di Palazzo Chigi con il portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino che venerdì ha parlato di ipotesi "inesistente", ieri è arrivata anche, dal fronte Lega, quella di Matteo Salvini. "Rimpasti? Ipotesi surreali e totalmente false", scrive il vice premier, che oggi è a Bormio, in una nota. "Squadra che vince non si cambia, siamo al governo col più alto indice di fiducia dei cittadini in Europa".
Attendendo le Europee
Al netto delle dichiarazioni ufficiali, fonti governative di entrambi i partiti smentiscono ipotesi di cambi di squadra almeno a fino dopo le europee, con il voto del 26 maggio che potrà essere occasione per soppesare eventuali mutati equilibri. Le europee potrebbero certificare la crescita elettorale degli ex lumbard - e questi ultimi hanno tutto l'interesse a rimandare, quindi - ma anche i Cinque stelle non sarebbero così propensi a cambiamenti di squadra a poco più di sei mesi di vita del governo. L'unico scoglio rimane la figura del ministro dell'Economia, da mesi in bilico, per i noti contrasti con il M5s. Ma al momento Tria sembra 'tenere', dopo le dimissioni del suo capo di gabinetto, Roberto Garofoli. D'altronde, in passato il titolare di via XX settembre aveva smentito un suo eventuale passo indietro a manovra approvata, tagliando corto: "Non sono portato al masochismo, a subire tutta la legge di bilancio e dimettermi dopo, mi sarei dimesso prima".
La Lega si schiera con il ministro
Sul tema l'influente sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti è stato chiaro coi suoi. "Noi Tria lo difendiamo dall'inizio, d'altronde se abbiamo evitato la procedura di infrazione dell'Ue il merito è anche suo - ha detto -. Non penso che si dimetta ora. Anche l'altro giorno in commissione Bilancio alla Camera ha dimostrato, reagendo, che la musica è cambiata". I leghisti considerano le prossime due settimane cruciali e indicative per vedere se le fratture tra 5 stelle e Tria si potranno, come auspicano, rimarginare.
Il capodanno blindato di Di Maio e Di Battista
Sul fronte Cinque stelle, poi Luigi Di Maio è ora concentrato sulla campagna elettorale per le Europee che, come Salvini, vuole lanciare già a partire dal 7 gennaio. Il capo politico partirà stasera insieme ad Alessandro Di Battista - "solo dopo che avremo portato a casa la manovra" ha detto il vicepremier Di Maio ai suoi - per un luogo top secret non lontano da Roma per festeggiare Capodanno e fare il punto su politica, governo ed Europee. Top secret, viene spiegato, per evitare l'assedio dei giornalisti. Ma il 2, Di Maio e Di Battista saranno già di rientro dal momento che il vicepremier dal 3 ha già degli impegni fissati nella zona di Belluno.
Di certo, il faccia a faccia tra Di Maio e uno dei volti più amati di M5s sarà decisivo per le strategie future, di governo in primis. Perché anche se ad oggi il rimpasto viene escluso sia da M5s sia dalla Lega, tra i 5 stelle c'è chi osserva, criptico, ma non troppo: "Certo che Conte ieri qualcosa l'ha fatta percepire..." come a lasciare intendere che se tutto rimarrà invariato nella squadra di governo - e non è poi così scontato - di certo l'appuntamento delle Europee sarà cruciale negli equilibri della formazione giallo-verde. Difficile che un eventuale rimpasto possa prevedere un ingresso di 'Dibba' nella squadra di governo. Per lui, che non vorrebbe cariche, invece, ci sarebbe in ballo un altro tour fuori dall'Italia per girare dei reportage per il quotidiano 'Il Fatto', come sperimentato in questi mesi di viaggio in Sudamerica.