Altro tempo, altri giorni: nemmeno oggi le delegazioni di Lega e M5S sono state in grado di portare al Quirinale un accordo chiuso, e magari anche il nome del prossimo Presidente del Consiglio.
Primo a salire nello Studio alla Vetrata del Quirinale, da Sergio Mattarella, il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio. Evita di dare nomi, ma sottolinea la sostanziale tenuta di un accordo in itinere. Poi è il turno di Matteo Salvini, che con aria molto decisa mette in chiaro: "Gli accordi un tanto al chilo non fanno per me. Ancora qualche altra ora, poi o si fa il governo o ci si saluta".
Più esplicitamente: “Non penso che nessuno si scandalizzi se per sincerità, schiettezza e coerenza abbiamo chiesto qualche altra ora per vedere se sui temi di cui parlo si arriva alla quadra”.
“Se ci sarà questa condivisone saremo le persone piu' contente del mondo. Ad oggi, per serietà, dico che gli accordi un tanto al chilo non fanno per me”, scandisce, “Spero di rivederci il prima possibile, o perché si comincia o perché ci si saluta”.
Alla fine La Stampa rileva come l’unica novità sia stata proprio la richiesta di qualche giorno in più, e la conferma (lo aveva già annunciato David Casaleggio nei giorni scorsi) che sulla piattaforma Rousseau si procederà con una consultazione referendaria tra gli iscritti. A conti fatti, tra una cosa e l’altra si rischia di arrivare alla prossima settimana.
Queste le parole di Di Maio: “Abbiamo espresso al Presidente l'esigenza di qualche altro giorno per poter concludere definitivamente la discussione dei temi e dare il governo del cambiamento al nostro paese, se parte questo governo parte davvero la terza Repubblica”.
Senza mezzi termini, La Repubblica parla di governo in alto mare, di leghisti e grillini al palo, di un governo ancora di là da venire. E Mattarella continua a nutrire dubbi. Visione dei fatti suffragata dal fatto che lo stesso Luigi Di Maio, nel riferire della richiesta di avere più tempo avanzata al Capo dello stato, si è ben guardato dal riferire la risposta.
Tanto più, nota il Corriere della Sera, che nemmeno l’unico nodo che sembrava essere rimasto insoluto appena ieri sera, vale a dire quello del nome del premier, è stato sciolto.
D’accordo anche Il Fatto Quotidiano, che dedica alle dichiarazioni di Di Maio l’apertura del sito ed un lungo resoconto. E anche Il Giornale prende atto che quella che doveva essere la sostanza dell’incontro è rimasta fuori della porta dello studio di Mattarella.