"Un forno caldissimo, bollente". Chi è vicino a Luigi Di Maio fa intendere, con queste parole, che non è ancora il momento di chiudere il doppio binario con Lega e Pd per un dialogo sui programmi. Nonostante le ultime ore siano caratterizzate da un sempre più cristallizzato stallo, per usare un termine ormai sempre più in voga, soprattutto con la Lega di Matteo Salvini, tra i 5 stelle si respira una certa tranquillità. Soprattutto - così ribadiscono i vertici - perché c'è massima fiducia nel Capo dello Stato e su qualunque decisione prenderà domani.
È anche vero però, secondo quanto viene riferito da più parti, che i pentastellati non si aspettano che Sergio Mattarella domani dia già un preincarico a Di Maio o a Salvini dal momento che tutti sanno, presidente della Repubblica in primis, che entrambi i leader non avrebbero i numeri per formare una maggioranza.
In casa M5s si vede come più realistica l'ipotesi di un mandato esplorativo alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati; ipotesi anche ben vista dai 5 stelle perché concederebbe ancora altro tempo per un dialogo tra i partiti che ancora potrebbe aiutare a superare l'impasse, nonostante le oggettive difficoltà del momento.
Dai pentastellati, invece, viene considerata meno realistica la possibilità di un mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico, perché sarebbe uno 'sgambetto' che nessuno dei 5 stelle si aspetta da Mattarella, apprezzato molto per la sua correttezza.
La linea M5s è quella del silenzio perché "è una fase delicata", viene sottolineato più volte, e c'è chi osserva caustico: "Noi abbiamo la coscienza a posto, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto. Ora aspettiamo, siamo sulla riva ad aspettare che passi...", intendendo non si sa il cadavere di chi, metaforicamente parlando.
Potrebbe essere la Lega: Salvini ha ribadito il suo monito nei confronti di Di Maio e di Silvio Berlusconi, spiegando che se continueranno con i loro veti, l'unica alternativa sarà il voto. Il leghista in ogni caso non accetterà un incarico per andare a cercare i numeri al buio. O potrebbe essere il Pd.
Martedì 17 il segretario reggente dem, Maurizio Martina, ha sostenuto di voler lasciare "ad altri tatticismi, scontri personali e di potere" e ha rilanciato sui temi a partire da 3 punti chiave: povertà, famiglie e lavoro. Parole che dai 5 stelle vengono lette positivamente: "Praticamente i nostri punti, basta che dicano che il loro reddito di inclusione deve essere di 780 euro...".
E poi i capigruppo M5s, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, che l'hanno definita una "iniziativa utile ai fini del lavoro che sta svolgendo il comitato scientifico per l'analisi dei programmi presieduto dal professor Giacinto Della Cananea" e che si concluderà il 30 aprile.
Quindi, ribadiscono i 5 stelle, bisogna "partire dai temi che interessano ai cittadini". E la capogruppo alla Camera Grillo, sia in apertura che in chiusura del suo intervento in aula a Montecitorio dopo l'informativa di Paolo Gentiloni sulla Siria, ha sottolineato "che il paese ha urgente bisogno di un governo nei suoi pieni poteri e che sia espressione del voto del 4 marzo".
Silente il capo politico M5s - anche oggi in giacca ma senza cravatta - intercettato a Montecitorio prima di andare in Molise per un comizio serale. Di Maio tornerà già stanotte in modo da svegliarsi a Roma e aspettare le comunicazioni di Mattarella; tra l'altro domani mattina alle 10 ci sarà il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte Costituzionale e due del Csm. Nei fatti, continua il gelo tra Di Maio e Salvini.
Tra i due continua a non essere previsto nessun faccia a faccia in una settimana cruciale (forse) per la nascita del governo: dopo il mancato incontro al Vinitaly - dove erano entrambi domenica scorsa senza nemmeno incrociarsi tra gli stand, evitandosi accuratamente - non c'è stato nemmeno oggi a Roma: Di Maio ha lavorato nel suo ufficio e poi è stato in aula durante l'informativa di Paolo Gentiloni sulla Siria; Salvini al Senato, nel pomeriggio, per lo stesso dibattito sulla crisi siriana.
In attesa della 'mossa istituzionale' di Mattarella di domani, comunque, i due leader continuano ad avere un'agenda fitta di impegni considerando gli appuntamenti di rilievo di questa fase politica, come l'appuntamento elettorale di domenica prossima in Molise. Qui saranno entrambi a più riprese: Di Maio questa sera ma poi tornerà lì venerdì per la chiusura con il candidato 5 stelle; Salvini andrà giovedì.
E ancora, altra occasione mancata, entrambi saranno a Milano per partecipare al Salone del Mobile ma in tempi diversi: il leader del Carroccio sarà lì venerdì, Di Maio sabato. Sempre che gli sviluppi legati alla nascita di un esecutivo non cambino drasticamente i loro piani. Il dibattito sui temi si intreccia poi con la polemica relativa al programma:
'Il Foglio' ha accusato i 5 stelle di avere sul sito del Movimento una versione diversa da quella che c'era a febbraio con alcuni punti modificati, rispetto a come era stato votato sul blog. Ma M5s ha smentito sostenendo che non ci sarebbe nessuna discrepanza e che tra la prima bozza e la versione definitiva ci sarebbe stato solo "un lavoro di sintesi". In particolare sul tema caldo degli Esteri e della Nato, i 5 stelle spiegano di aver "sempre sostenuto di voler riformare la Nato restandoci dentro" anche se le parole usate tra le due versioni sono differenti.
Detto questo, il programma era già 'morto' il giorno dopo le elezioni del 4 marzo perché a fronte dell'assenza di una maggioranza i 5 stelle hanno subito cercato convergenze con gli altri partiti su alcuni grandi temi e pochi giorni fa Di Maio ha annunciato la nascita di un Comitato scientifico per confrontare i programmi di M5s, Pd e Lega e trovare punti in comune.