Cala il gelo fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini dopo il vertice di Arcore che ha riunito il centrodestra. E la strada verso la formazione di un governo M5s-Lega, dopo il secondo giro di consultazioni al Quirinale, che il Presidente della Repubblica avvierà a metà settimana, sembra, dunque, ancora più in salita. Dopo due giorni passati tra Ivrea e Aosta, il capo politico dei 5 Stelle, Luigi di Maio, risponde 'a brutto muso' alle posizioni del leader del Carroccio che rivendica la premiership per la sua coalizione.
Già ieri mattina Di Maio aveva mandato un primo avvertimento: "Capisco la difficoltà di Salvini di sganciarsi da Berlusconi, ma da Arcore non può partire nessuna proposta di cambiamento": Se l'idea della Lega "è quella di un governo ammucchiata, questa non può essere la nostra. Non è il nostro film. Noi vogliamo portare le lancette dell'orologio avanti e non indietro". Se, invece, Salvini è interessato al cambiamento "venga al tavolo, discutiamo le proposte per gli italiani e mettiamoci al lavoro per questo Paese", ha detto.
Situazione di stallo
A margine dell'iniziativa di Davide Casaleggio a Ivrea, il 'Sum', per ricordare il padre Gianroberto e co-fondatore di M5s, di Maio aveva spiegato: stiamo a guardare le "evoluzioni" in corso negli altri movimenti ed era rimasto fermo sul doppio dialogo con Lega e Pd. Ieri ha confermato che, al momento, non sono in programma incontri con i vertici dei due partiti scelti come possibili interlocutori di Governo. E se del segretario reggente dem, Maurizio Martina, anche ieri mattina ha sottolineato: le sue dichiarazioni sono "un passo avanti, ora aspettiamo", dall'altro fronte è arrivata una doccia fredda, proprio mentre era a pranzo con Grillo e Casaleggio.
Momento conviviale, ma anche occasione di una dialogo a tre nel quale non è da escludere che abbiano parlato di governo.
Di Maio a Salvini: rischia l'irrilevanza
Poi, dopo poche ore di riflessione la risposta a Salvini è arrivata con un duro post. Salvini rischia "l'irrilevanza", ha scritto Di Maio. Vada da Mattarella, è il consiglio, e gli chieda "l'incarico di governo" dimostrando come possa "governare con il 37%. Da noi la grande ammucchiata non avrà un solo voto". Se poi dovesse cambiare idea e governare per "il bene del Paese" faccia uno "squillo e gli diremo se siamo ancora disponibili a lavorare con lui", ha concluso.