“In un mese abbiamo tagliato i parlamentari e evitato l’aumento dell’Iva: mi pare si stia lavorando bene. Sono estremamente fiducioso, questo governo durerà fino a fine legislatura. E possiamo già fare altri passi”. In un’intervista al Corriere della Sera il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà (M5s) si dichiara soddisfatto del voto sul taglio dei parlamentari, provvedimento in cui, sottolinea, “il gruppo del M5S è stato unito”.
Per D’Incà, tuttavia, ci sono tre gradi per valutare questa legge che in primo luogo “dà efficienza alla nostra democrazia con un numero ridotto di deputati e senatori”, poi “permette di valorizzare di più il ruolo del parlamentare” e, infine, “permette una riduzione dei costi, un buon risparmio nel lungo periodo”, ultimo punto, “ma non meno importante” dice il ministro.
D’Incà non teme squilibri di rappresentanza che possano favorire alcune piccole regioni rispetto ad altre, perché – precisa – “abbiamo studiato attentamente il dossier e fatto le verifiche opportune” anche se non esclude che “si possano portare dei correttivi agendo in chiave di legge elettorale o effettuando delle modifiche poi”. Iter di una proposta che ha un termine fissato al 31 dicembre. Ma quale sarà il modello di legge elettorale? D’Incà afferma che in passato il M5S aveva presentato un modello ispirato al precedente ministro dei Trasporti, il Toninellum, “che era un proporzionale con piccoli collegi” ma l’obiettivo, spiega, non è “fare una legge contro qualcuno ma per il bene del Paese”. Pertanto “siamo molto lontano dal parlare di sbarramento”, semplicemente “perché non abbiamo pensato a un modello”.
Quanto a passi successivi al taglio dei parlamentari e al taglio dell’Iva scongiurato, il ministro D’Incà dice che è necessario “inserire i temi ambientali e dello sviluppo sostenibile nella Carta, un discorso che va portato avanti dalla maggioranza insieme all’opposizione”. Ma cos’è il patto per l’Umbria? “Un’opportunità” risponde sicuro il ministro, perché “non potevamo lasciare la terra di San Francesco a uno come Matteo Salvini” e che per le altre regioni, compresa l’Emilia Romagna “ogni caso va valutato di volta in volta confrontandoci con le realtà civiche e gli attivisti sul territorio”, specifica. Per il resto, come le riforme e una riduzione dei delegati regionali per la scelta del capo dello Stato “stiamo lavorando per il 2029” dice D’Incà, in quanto “crediamo siamo un passaggio utile per migliorare il processo di scelta”.
Così come sul trema dell’autonomia, sul quale “vogliamo il compromesso più alto possibile” e stando ben attenti “di non esasperare la dinamica Nord-Sud” afferma il ministro nel concludere l’intervista.