Il suo curriculum è di quelli di assoluto rilievo. Dentro c’è tutto per capire di che persona si tratta, qual è il suo profilo, tranne un elemento: come si è avvicinato al Movimento 5 stelle. Giacinto della Cananea infatti è l’uomo scelto da Luigi Di Maio per guidare il “comitato scientifico di analisi dei programmi”, incaricato di “individuare con metodo le convergenze possibili dei 20 punti M5s con le proposte di Lega e Pd”. Ruolo che gli ha riconosciuto nella lettera pubblicata domenica 29 sul Corriere della Sera.
Lo studio del professor Della Cananea ha individuato i punti in comune tra il nostro programma e il loro e oggi vorrei passare in rassegna i principali e lanciare un appello: realizziamoli per il bene superiore degli italiani! (Luigi Di Maio, lettera al Corriere)
Il suo percorso dice che, scrive il Sole 24 Ore è un “Classe 1965, laureato con lode in giurisprudenza alla Sapienza nel 1989, della Cananea è meno famoso del suo maestro: quel Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, più volte evocato in questi giorni nella rosa dei possibili premier terzi da proporre ai partiti nel caso non si riuscisse a trovare un accordo. Di Cassese, quando era ministro per la Funzione pubblica nel governo Ciampi, della Cananea è stato consulente in materia di semplificazione amministrativa. Dal 1997 al 2003 è stato nel Cda di Cassa depositi e prestiti. Indubbio il profilo europeista, altra garanzia da esibire con Mattarella”.
Dal 2000 svolge poi attività di consulenza per regioni ed enti locali (come la Regione Toscana, la Provincia di Roma, il Comune di Pesaro), società pubbliche e gestori di servizi pubblici. Tra il 1993 e il 1994 è stato consulente dell’allora Ministro della funzione pubblica Sabino Cassese in tema di semplificazione amministrativa e tutela degli utenti dei servizi pubblici. "Già nel giugno 2017 Della Cananea aveva partecipato ad alcune iniziative del Movimento 5 Stelle, tra cui un convegno alla Camere Questioni e visioni di giustizia", scrive Formiche.net.
Ha fatto discutere invece un piccolo retroscena pubblicato su Il Tempo. "Chi c'è davvero alle sue spalle?", si chiede il giornale. La risposta di Franco Bechis è che della Cananea "è il meno noto di un trio" di strettissimi collaboratori di Sabino Cassese, composto da due "figli di" eccellenti: Giulio Napolitano, figlio di Giorgio, e Bernardo Giorgio Mattarella, figlio di Sergio. I tre hanno condiviso tutto: lavoro, esperienze, idee e soprattutto humus culturale lontanissimo sia dal grillismo sia dai sovranisti e dalla nuova destra italiana. Basta sfogliare quel programma in dieci punti realizzato per Di Maio per capirlo.
"Quelle paginette forgiate ad ogni uso e consumo - scrive Bechis - hanno addomesticato, plasmato, trasfigurato e rimesso all'onore del mondo che conta un testo ribelle e di rottura che andava di traverso alle cancellerie più importanti d'Europa. Oggi quel documento potrebbe avere l'imprimatur di Napolitano e Mattarella padre, tanto da apparire scritto da loro più che dalla congrega dei figli amministrativisti. È divenuto docile, rispettoso, rassicurante, generico quel che basta per adattarsi a qualsiasi abito sia suggerito per l'occasione". I grillini non hanno battuto ciglio, forse non se ne sono nemmeno accorti. Ma basterebbe dare un altro elemento a Salvini e Meloni per farli rabbrividire: "Giuliano Amato che un altro nume tutelare del trio".
Tocca a lui quindi stanare le convergenze programmatiche possibili: è un tecnico con cui i Cinque stelle tentano di dotarsi di una classe dirigente all’altezza dei compiti di governo. Caustico il commento di Aldo Grasso sul Corriere della Sera: “Di Maio, fatte le debite proporzioni, sembra Mike Bongiorno, riduce la politica parlamentare a quiz. Da una parte ha un team di esperti che gli preparano le domande, cioè il programma (la Casaleggio Ass. e l’Associazione Rousseau), dall’altra il notaio, il Signor No, chiamato a dirimere le questioni più spinose. Si vede che è un nuovo format politico: democrazia diretta, sì ma dall’alto. Che un accordo contrattuale tra partiti per il governo sia affidato a un «Signor No», è la cosa più esilarante finora apparsa sulla scena politica. In Cananea direbbero: da indemoniati".