“Il governo Conte deve fare 3 cose perché sia un trionfo. Renzi? È un nuovo Craxi”
“Trovare 23 miliardi per evitare le clausole di salvaguardia dell’Iva, 5 miliardi per tagliare il cuneo fiscale e avviare un piano di investimenti pubblici. Se il governo di Giuseppe Conte dovesse riuscire a portare a casa queste tre cose sarebbe un trionfo”. Lo dice all’Agi Alan Friedman, giornalista e scrittore americano, volto noto della televisione italiana.
“Sul nuovo governo M5s-Pd sono cautamente ottimista. Vedo il sollievo dei mercati finanziari e dell’Europa per il fatto che Matteo Salvini e il suo sovranismo filoputiniano non siano più al governo del Paese. Roma adesso può tornare a ricoprire a pieno il ruolo di stato fondatore dell’Europa”. Questo, spiega Friedman, potrebbe indurre l’Europa a dare nuovo credito all’Italia: “Con Roberto Gualtieri all’Economia e Paolo Gentiloni commissario europeo agli Affari economici in Europa l’Italia ora ha ottimi ambasciatori a Bruxelles. Credo che il governo possa ottenere flessibilità sufficiente per avviare un piano di investimenti pubblici. Che siano destinati all’ambiente o alle infrastrutture poco importa. L’importante è che si facciano”.
Friedman da qualche giorno è in libreria con il suo ‘Questa non è l’Italia’ (Newton Compton, 12,90 euro), un libro dove racconta quelli che definisce “gli errori catastrofici della politica economica di Salvini e Di Maio” e che, letto dopo la crisi politica di agosto suona un po’ come un epitaffio del governo giallo-verde almeno nella sua prima parte. Mentre nella seconda il giornalista prova a “proiettare il Paese verso una svolta” con un governo che possa trovare delle soluzioni a quelli che a suo avviso sono “problemi causati dal precedente esecutivo, fatto di sovranisti e neofiti”. “Certo”, commenta Friedman, “i neofiti ci sono ancora, ma la buona volontà mi pare ci sia”.
Il libro di Friedman arriva subito dopo un periodo piuttosto turbolento per la politica italiana, tra crisi, cambi di maggioranza e scissioni: “Per gli italiani provo simpatia, empatia e disagio. Nel bel mezzo delle loro vacanze si sono ritrovati il loro ministro dell’Interno che dichiarava la crisi di governo tra le cubiste del Papete Beach. Poi un nuovo governo promosso da Renzi e poi ancora Renzi che fa la scissione dal suo partito dopo aver battezzato il nuovo esecutivo. Credo che saranno tutti un po’ frastornati”. Matteo Renzi, secondo Friedman, aveva già calcolato tutto: “Farà come Craxi negli anni 80. Con un pugno di deputati e un immaginario 5-10% può condizionare le politiche di governo, spostando alcune delle sue politiche più a destra”.
Conte deve temerlo? “Non credo che il governo rischi nulla. Non è nell’interesse di Renzi. E poi c’è da eleggere il successore di Mattarella nel 2021, nessuno vuole che a deciderlo sia Salvini”. Se per Friedman la ‘minaccia’ Salvini per ora è scongiurata, gli effetti del suo governo col M5s sono ancora evidenti: “I 14 mesi di governo giallo-verde lasciano un po’ di sporcizia sotto il tappeto. Una promessa di incassare 18 miliardi dalle privatizzazioni non mantenuta, un decreto dignità che è un disincentivo ad assumere per le piccole imprese, ma soprattutto un terreno di ignoranza culturale fatto di fake news in ambito economico che vanno dall’utilità dei minibot a ricette semplici per affrontare sfide complesse”.
Non solo, per Friedman il governo gialloverde lascia “politiche economiche che non hanno creato un singolo posto di lavoro, Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Quest’ultimo potrebbe essere anche una cosa positiva, ma dovrebbe essere ripensato in maniera tale che aiuti davvero i poveri e non premiare i furbetti”. Eppure, è convinto Friedman, c’è una “Italia vera” che è ancora presente: “È frastornata e alla ricerca della sua bussola. Ma c’è. È l’Italia a favore della Nato, stabile, tollerante, europeista, la ‘brava gente’ che negli anni ha creato un Paese che credo non sia ancora finito”.